L’Associazione Medici Diabetologi della Sardegna ha scritto all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, per chiedere regole “chiare e certe” per la riapertura degli ambulatori e gestire in sicurezza le visite ai pazienti, continuando a dare spazio anche alla teleassistenza, allo scopo di organizzare la “fase 2” e riavviare, gradualmente, l’attività in tutte le strutture di sostegno ai malati, con il dovuto distanziamento fisico.
In Sardegna sono 120mila i pazienti affetti da diabete, un tasso di incidenza record, secondo solo a quello della Finlandia. Tra i 120mila, 12mila adulti sono insulino-dipendenti e a questi si aggiungono 1500 ragazzi sotto i 15 anni. “Se nella “fase 1″ abbiamo gestito l’assistenza sostituendo tutte le visite programmate con procedure di teleassistenza – afferma Gianfranco Madau,presidente Regionale AMD – supportando i nostri pazienti, condividendo con loro le strategie di cura e riprogrammando le visite secondo i bisogni specifici di ogni paziente, in questa ‘seconda fase’ non abbiamo avuto alcuna indicazione specifica su come operare”.
Considerando la portata dell’affluenza dei nostri pazienti alle Unità di diabetologia – continua Madau – è evidente la necessità di trovare nuove soluzioni per gestire il loro bisogno clinico”. Per questo l’Associazione ribadisce la necessità che alla visita in teleassistenza venga riconosciuta una “tracciabilità amministrativa e un inquadramento ben chiaro rispetto alla stessa prestazione effettuata in presenza”.