Fermate i tagli sulla nostra salute. Noi ammalati di Sclerosi Multipla chiediamo di non morire a causa dei tagli ai servizi indispensabili per la nostra sopravvivenza. I tagli che una politica poco attenta ha effettuato in passato e continua ad effettuare oggi, sono per noi una condanna all’aggravamento progressivo delle nostre condizioni di vita.
Non ignorate i nostri appelli. L’indifferenza della politica ed ogni vostro minimo ritardo nel garantirci i servizi di cui necessitiamo, sono decisivi per la nostra vita. Ci chiediamo il perché del cinismo con cui ci discriminate. Ci chiediamo se in un Paese che si definisce civile ci sarà mai giustizia sull’indifferenza e sulla miopia politica che ci uccide prima della nostra malattia.
Sono Ivan Melis, ho 44 anni e vivo a Iglesias. Sono portavoce del Gruppo Sorrisi Multipli composto da persone affette da patologie invalidanti e faccio parte della Rete Sarda per la Difesa della Sanità Pubblica. Convivo con la sclerosi multipla che mi ha costretto a stare in una carrozzina. Le grosse falle del sistema sanitario di certo non aiutano.
Nel mio territorio il depotenziamento degli ospedali pubblici ha effetti drammatici. Non c’è alcuna attenzione sull’alto indice di sclerosi multipla. Per le patologie neuro-degenerative come la SM nonostante il rispetto dei tempi per la fisioterapia sia determinate, subiamo addirittura i tagli alla riabilitazione. Con l’alibi del lockdown è stato interrotto bruscamente il trattamento fisioterapico per un periodo per noi troppo lungo.
Solo circa 20 giorni fa il servizio è stato ripristinato. Peccato che non ci garantiscano il servizio di trasporto dal domicilio al centro AIAS. L’invito ad organizzarci autonomamente per il viaggio, per noi non deambulanti, è chiaramente un palese invito a rinunciare al trattamento di cui abbiamo necessità.
Mi appello a tutte le Istituzioni perché intervengano tempestivamente. Siamo in migliaia in Sardegna a subire la disorganizzazione e il chiaro disinteresse di una politica sempre più lontana dalla sofferenza delle persone.
Indurre i malati a rinunciare alle terapie riabilitative solo per l’assenza degli autisti che con il lockdown sono stati messi in cassa integrazione, è una beffa.
Ivan Melis