Dopo la bocciatura avvenuta nel 2019 da parte dell’Unesco Global Geoparks, il Parco Geominerario della Sardegna ci riprova. E cerca di rientrare tra i beni tutelati dall’Unesco: a settembre presenterà la ricandidatura.
Ma in maniera differente rispetto a quella passata: il progetto è quello di allearsi, con l’aiuto della Regione, con gli altri parchi della Sardegna. Si tratta di due percorsi diversi. Quello che punta ai fondi europei è stato presentato nel corso di una conferenza stampa a Cagliari.
“Il progetto di sviluppo – ha spiegato il presidente del Parco Tarcisio Agus – prevede la realizzazione di azioni di stimolo dell’economia locale. Un invito a tutti gli 86 Comuni del territorio a presentare piani e idee per attrarre finanziamenti e sovvenzioni aggiuntive nelle aree Parco”. All’incontro erano presenti anche gli assessori regionali all’Ambiente e all’Agricoltura Gianni Lampis e Gabriella Murgia. “Sicuramente un piano interessante – ha detto Murgia – ora vediamo di conoscere e approfondire i dettagli. Massima collaborazione anche per il possibile ritorno all’Unesco”. Il Parco si è fissato degli obiettivi: miglioramento della qualità della vita delle comunità del territorio, sviluppo della rete di commercializzazione delle produzioni locali anche con un marchio registrato. Non solo: sviluppo della conoscenza dei luoghi di interesse anche a fini turistici e di processi di riqualificazione urbana e territoriale.
“Per quanto riguarda l’Unesco – ha spiegato Agus – è chiaro che l’obiettivo è quello di presentarci come parco unico della Sardegna, non anteponiamo certo l’interesse del parco Geominerario a quello generale. Giusto e sensato andare avanti tutti insieme”.