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Una vera e propria doccia fredda alla fabbrica di bombe di Domusnovas. Poco lavoro e la Rwm prende provvedimenti: dal primo agosto non sarà rinnovato il contratto a circa 80 lavoratori a tempo determinato.

Una quota- spiega l’azienda- che si va a sommare agli altri 110 a cui non è stato possibile dare continuità lavorativa dallo scorso ottobre. Sempre a partire da agosto inizierà la cassa integrazione per circa 90 lavoratori fino almeno alla fine di settembre. Nei prossimi giorni- sottolinea la Rwm- ci sarà un incontro con i sindacati per richiedere l’attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per estendere tale periodo.

“L’ammortizzatore- precisa lo stabilimento – permetterà di scongiurare il rischio di apertura di una procedura di mobilità, aiutandoci, così, ad attendere il momento della ripresa. In ogni caso, per essere pronti alla sicura ripresa e assicurare futuro all’azienda , proseguiranno con il pieno sostegno del Gruppo gli investimenti per i nuovi impianti, con l’obiettivo di completarli prima possibile; in questo modo, al momento opportuno, saremo più competitivi e rapidi nell’offerta di nuove forniture”.

“È decisamente amaro- questo il commento dell’azienda – avere contratti importanti, che potrebbero dare lavoro ad altre 300 persone, ed essere obbligati a rimediare agli effetti del loro blocco”.

E l’esportazione di bombe verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti è stata sospesa fino a un massimo di 18 mesi. “Circa l’87% dell’attuale portafoglio ordini è non producibile, in quanto relativo ai contratti sospesi con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Del restante 13% di ordini eseguibili, nessuno proviene dal Ministero della Difesa Italiano. Aggiungo che con quest’ultimo nulla è oggi in vista o anche solamente in discussione”.

I dipendenti non sono sereni: “In questo momento- si legge in una nota- c’è ben poco da gioire, se non per qualche associazione, anzi la preoccupazione è alle stelle dato che, in mancanza di risposte, è il preludio della chiusura della fabbrica”.