Un altro duro colpo al narcotraffico in Sardegna. Dopo il blitz dei Carabinieri del Ros di tre giorni fa nel quartiere di Sant’Elia a Cagliari e nel Campidano, nel corso del quale sono state sgominate due organizzazioni criminali di alto spessore che importavano decine di chili di cocaina ed eroina in Sardegna, e che ha permesso di arrestare 28 persone (18 in carcere 10 ai domiciliari e 5 all’obbligo di dimora) un’altra operazione internazionale è stata eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Sassari.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari, insieme ai colleghi dei Comandi Provinciali di Sassari, Cagliari, Caserta, Latina, Parma, Torino, Alessandria, del Nucleo Cinofili e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sardegna”, dagli agenti del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con le unità aeree del 10° Nucleo Elicotteri di Olbia-Venafiorita, dalle prime luci dell’alba sono stati impegnati in varie città europee e del territorio nazionale in una vasta operazione per il contrasto al narcotraffico attraverso l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Sassari, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 39 indagati ritenuti responsabili di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso, aggravati e continuati. Il provvedimento prevede la misura cautelare in carcere per 16 indagati e degli arresti domiciliari per altri 23, tutti nigeriani tranne un uomo ed una donna italiani della provincia di Sassari.
L’indagine prende corpo da una attività di intelligence sviluppata dal Nucleo investigativo di Sassari con la stretta collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga presso il Ministero degli Interni, di Ufficiali di collegamento della D.E.A. (Drug Enforcement Administration) e degli Uffici di Cooperazione Internazionale in Malesia, intrapresa in seguito all’individuazione di una serie di pacchi postali contenenti sostanza stupefacente che proprio da quest’ultimo Paese partivano con destinazione Italia.
Il primo pacco è stato individuato nell’aprile 2018 e subito sequestrato dalle autorità locali nell’Aeroporto Internazionale di Kuala Lampur. Grazie alla fattiva collaborazione della D.C.S.A. ne sono stati individuati i destinatari, nigeriani domiciliati a Sassari e, a ritroso, si è risaliti a diverse altre spedizioni. Tutta l’indagine è stata connotata da continue variabili, a cominciare da modus operandi degli indagati sia nei metodi di importazione dall’estero della droga, sia nelle dinamiche e nei sistemi di smistamento di essa nel mercato clandestino.
Nel complesso il lavoro dei Carabinieri ha permesso di portare alla luce un ingente, sistematico e rimunerativo traffico di eroina e di cocaina provenienti da diverse città italiane (Aversa, Napoli, Torino e Vicenza) e da Stati esteri, destinate a tutta l’isola, quantificabile in circa 10 Kg al mese. Nella fase dello spaccio sono state documentate centinaia di consegne, che trovano corrispondenza nelle decine di capi d’imputazione indicati nel provvedimento, ciascuno dei quali contempla al suo interno, appunto, numerosissimi episodi di cessione ai fini di spaccio della droga. Sono stati con certezza delineati i ruoli specifici ricoperti da ciascuno degli indagati nell’ambito del concorso e della cooperazione nei reati contestati.
Su questo punto sono stati individuati tre livelli che caratterizzavano il sistema dell’approvvigionamento e della distribuzione dello stupefacente: all’apice un personaggio di altissimo spessore criminale, destinatario di Mandato di Arresto Europeo, e ad oggi ricercato, capace di organizzare importanti trasporti internazionali e considerato il fornitore “all’ingrosso” della droga oggetto delle indagini; un livello intermedio era rappresentato da coloro (cinque persone emergono in modo particolare anche per precedenti specifici) che erano i fornitori “mediati”, ovvero quelli che ordinano, pagano, accoglievano i corrieri e fungevano da tramiti con i venditori al dettaglio delle partite di sostanza stupefacente vendute sul mercato; un terzo livello era impersonato da alcune decine di indagati, diversi col ruolo di corriere ed altri con quello di spacciatore professionista.
Sono state quindi ricostruite le modalità di spedizione, ricezione ed immissione della droga nel mercato illecito, attraverso il monitoraggio degli spostamenti dei corrieri, le perquisizioni ed i sequestri di volta in volta eseguiti al fine riscontrare il motivo di un viaggio o della transazione di una importante somma di denaro; nel corso delle investigazioni erano state già arrestate in flagranza cinque persone e sequestrati circa 2 Kg. di stupefacente tra eroina e cocaina. E’ stata anche dimostrata la fitta rete di contatti di cui si avvalevano i destinatari del provvedimento per lo spaccio degli stupefacenti nella provincia di Sassari e più diffusamente in tutta l’isola; è stata documentata l’organizzazione logistica per gli spostamenti da una città all’altra nella penisola, per nascondere i “corrieri valigia” o “body-packer” (ovulatori) dal loro arrivo fino alla completa espulsione degli ovuli contenenti la droga, nonché tutti i sistemi di comunicazione riservati, quali utenze telefoniche “segretissime”, messaggi in codice ecc.
Tra gli aspetti di maggiore gravità è emerso il coinvolgimento nei traffici illeciti di alcuni interpreti che avevano già collaborato in pregresse indagini con alcuni Uffici di Polizia, anch’essi raggiunti dal provvedimento restrittivo. L’esperienza maturata in passato, infatti, aveva consentito loro di carpire qualche modalità di svolgimento del servizio degli operatori di polizia giudiziaria e di avvalersene per i loro traffici illeciti, inconsapevoli, tuttavia, di essere costantemente monitorati.
Il coordinamento da parte dell’Autorità Giudiziaria è stato determinante per guidare e supportare la continua e pressante azione di monitoraggio degli indagati; infatti i prolungati servizi di osservazione e controllo, i lunghi e imprevedibili spostamenti, l’assistenza tecnologica, il rilascio di autorizzazioni, la pronta emissione di necessari provvedimenti ed il costante sostegno nella corretta applicazione delle procedure, non potevano essere proficuamente assicurati se non con l’incessante presenza del Pubblico Ministero, dott. Giovanni Porcheddu, e del Procuratore di Sassari, dott. Gianni Caria.
Le ipotesi investigative, quindi, tradotte in richiesta di misura cautelare dalla Procura della Repubblica di Sassari, sono state condivise dall’Ufficio del GIP che ha emesso il provvedimento restrittivo odierno con cui è stata disposta la custodia in carcere per i sassaresi Pinna Gavino, 29enne, e Ruggiu Stefania, 35enne, e per i nigeriani Okam Maxwell Chidubem, 30enne, Aitiegbemhin Imiereniyen Budex, 34enne, Chosen Daniel, 34enne, John Harrison, 29enne, Osemwegie Newton, 27enne, Ihenyen Donald Samuel, 31enne, Ojo Beauty, 40enne, Oghagpon Henry, 30enne, Ndiaye Omar, 42enne, Albert Denilson, 28enne, Idahosa Joseph, 28enne.
Agli arresti domiciliari sono invece stati ristretti i nigeriani Okeke Chike, 39enne, Agidi Chuks 26enne, Ogika Afamefuna, 30enne, John Osasere, 29enne, Julius Precious, 28enne, Eriaremhen Osabhohien Osas, 29enne, Njenje Bright, 26enne, Edobor Dennis Ramsey, 39enne, Eghauba Richard, 28enne, Omomia Charles, 27enne, Udubrah Dickson, 34enne, Ehiamentalor Clement, 38enne, Charls Faith, 35enne, Ehinomen Francis, 22enne, Isibor Sunny, 32enne, Oakhere Loveth, 27enne, Azamegbe Luvin, 25enne.
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