Il Tribunale di Roma ha condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, e Vincenzo Nardulli di Avanguardia Nazionale, riconoscendoli colpevoli di rapina ai danni del giornalista Federico Marconi e del fotografo Paolo Marchetti, aggrediti a Roma il 7 gennaio 2019, al Cimitero del Verano, dove erano stai inviati dal settimanale l’Espresso, per documentare un raduno di militanti di estrema destra per commemorare i morti di Acca Larenzia.
La sentenza, emessa il 6 luglio 2020, dichiara anche l’interdizione perpetua dei due condannati dai pubblici uffici. Giuliano Castellino dovrà scontare la pena in carcere. Insieme a Nardulli dovra pagare le spese processuali e a risarcire gli aggrediti e le parti civili.
Federico Marconi e Paolo Marchetti sono stati assistiti in giudizio dall’Ufficio di Assistenza Legale di Ossigeno, attraverso l’avvocato Andrea Di Pietro. Ossigeno per l’informazione si è inoltre costituito parte civile a tutela della libertà di informazione, gravemente mortificata in questa vicenda.
IL DIRETTORE DELL’ESPRESSO – Marco Damilano ha ricordato che i due giornalisti furono aggrediti mentre facevano il loro lavoro e ha aggiunto: “Per usare le parole contenute nel rinvio a giudizio, c’era la volontà di impedire che una manifestazione pubblica e in luogo pubblico non fosse documentata dall’informazione. In una stagione di minacce e di attacchi ripetuti contro la stampa, anche un gruppo di neo-fascisti dichiarati si è sentito coperto in questa azione da una pretesa di impunità e forse perfino da qualche copertura da parte delle forze politiche che in quel momento erano alla guida del ministero dell’Interno. Oggi (con la sentenza, ndr) questa pretesa di impunità è stata smentita e gli aggressori sono stati condannati. È una vittoria dei colleghi colpiti, dell’Espresso e del nostro gruppo editoriale Gedi che si è subito costituito parte civile. Ringrazio la Fnsi, che ci è sempre stata vicina, e Ossigeno per l’informazione che monitora e difende i giornalisti a rischio di
intimidazione. C’è il riconoscimento che chi tocca anche un solo giornalista colpisce tutti i giornalisti e attacca la libertà di stampa che è uno dei pilastri della democrazia, quindi colpisce tutti i cittadini. Per questo, è la vittoria di chi crede nel nostro mestiere e nella libertà di informare. Una vittoria di
tutti».
L’AVV. GIULIO VASATURO, difensore di parte civile dell FNSI ha commentato: “La sentenza riconosce in pieno l’impianto accusatorio sostenuto dal pubblico ministero Eugenio Albamonte, a cui va tutta la nostra solidarietà anche per le gravissime minacce subite in queste settimane da esponenti della destra eversiva. Viene ribadita la ferma condanna della violenza neofascista che oggi, sempre più spesso, torna a colpire la libertà di informazione. La Fnsi si unisce all’impegno delle forze dell’ordine, della magistratura e di tutte le forze democratiche in difesa dell’articolo 21 della Costituzione”.
Fonte: Ossigeno.info