Sarebbero circa 30mila i sardi affetti da disturbi bipolari. Lo rivela uno studio, con primo firmatario Mirko Manchia, pubblicato sulla rivista European Neuropsychopharmacology, organo dell’European College of Neuropsychopharmacology (Ecnp), che spiega: “Oltre alla problematica clinica, che si declina in un impegno significativo dei sistemi di salute mentale e in generale della sanità pubblica, vi è un enorme impatto economico e sociale determinato dal disturbo bipolare. In Europa si stima che i costi associati al disturbo, sia diretti che indiretti, ammontino a 120 miliardi di euro all’anno”.
Nell’Isola, secondo stime degli Usa, i costi diretti e indiretti che vengono spesi per affrontare questa patologia si aggirano intorno ai 180 milioni di euro all’anno. “Oltre alla problematica clinica, che si declina in un impegno significativo dei sistemi di salute mentale e in generale della sanità pubblica, vi è un enorme impatto economico e sociale determinato dal disturbo bipolare. In Europa, ad esempio, si stima che i costi associati al disturbo, sia diretti che indiretti, ammontino a 120 miliardi di euro all’anno”.
L’Università di Cagliari, con il gruppo dell’unità di Psichiatria diretto da Bernardo Carpiniello, (dipartimento Scienze mediche e Sanità pubblica), propone la creazione di una Fondazione mondiale per il disturbo bipolare che servirebbe a coordinare gli approcci di utilizzo dei big-data molecolari e integrarli con i dati clinici, al fine di promuovere un migliore standard di cura e di prevenzione.