Importante risultato a tutela della spesa pubblica della Guardia di Finanza di Cagliari che ha sottoposto a verifica le condizioni per la fruizione del “Reddito di Cittadinanza” in capo ai soggetti beneficiari, ed in particolare quello relativo ai detenuti nelle carceri isolane e ai loro familiari. L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite, dopo la verifica e il calcolo eseguito dalle Fiamme Gialle, ammonta a 548.112 euro.
Il diritto a tale provvidenza viene meno infatti al verificarsi di circostanze che non ne legittimano più la concessione, come ad esempio quello che riguarda le persone detenute per il tempo dell’effettiva custodia. Partendo da questo presupposto la Gdf ha verificato le posizioni dei soggetti risultati, dal marzo 2019, aver scontato un periodo di carcerazione all’interno di una delle dieci strutture presenti nel territorio sardo. Dal riscontro è emerso che 158 soggetti hanno indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza.
Per quanto riguarda i soggetti detenuti nel carcere di Uta (Ca), l’esame di quanti tra i detenuti ed i loro familiari hanno richiesto ed ottenuto il Reddito di Cittadinanza, ha portato complessivamente ad individuare 84 posizioni irregolari. Nel dettaglio, sono 40 i soggetti che, durante il relativo periodo di permanenza carceraria, sono risultati direttamente richiedenti e destinatari della pubblica provvidenza.
Le restanti 44 posizioni hanno riguardato i familiari dei detenuti: gli stessi, omettendo di indicare nelle domande di richiesta del Reddito di Cittadinanza la condizione detentiva del membro del proprio nucleo familiare, sono riusciti a far rientrare la propria posizione reddituale all’interno dei canoni previsti per la corresponsione del beneficio. Più nello specifico, 14 hanno indicato falsamente nel modulo di domanda presentata all’Inps la circostanza che il nucleo familiare risultava costituito anche dal congiunto di cui si ometteva di precisarne la condizione detentiva. I restanti 30 invece non hanno comunicato l’intervenuta carcerazione del congiunto, facendolo ancora figurare nel nucleo familiare e continuando così a percepire indebitamente il sussidio.
Le posizioni invece dei soggetti transitati nelle case circondariali di Isili (SU), Arbus “Is Arenas” (Su), , Nuoro, “Badu’ e Carros”, Onani (NU), “Lodè Mamone”, Lanusei (NU), “San Daniele”, Sassari-Bancali “Giovanni Bachiddu”, Alghero (SS), “G.Tomasiello”, Tempio Pausania (SS) “P.Pittalis”, Oristano “Salvatore Soro” ha portato all’emersione di 74 posizioni irregolari, di cui 26 direttamente riconducibili a soggetti sottoposti a custodia cautelare in carcere.
Le restanti 48 posizioni hanno riguardato i familiari dei detenuti, i quali hanno falsamente prodotto o evitato di effettuare variazioni del proprio stato di famiglia all’Inps per continuare a beneficiare del sussidio: 34 hanno indicato la presenza nel nucleo familiare del congiunto detenuto, mentre 14 hanno omesso di comunicare l’avvenuta carcerazione di un componente familiare
Tra i detenuti indebiti percettori figurano, soggetti sottoposti a misura detentiva, sia cautelare che come pena, per i reati che vanno dal traffico di sostanze stupefacenti all’omicidio, dalla rapina alla violenza sessuali, e persino casi di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tutti i soggetti individuati sono stati segnalati all’Imps per il recupero dell’indebito beneficio di cui 92 anche denunciati all’Autorità Giudiziaria poiché diretti firmatari della domanda di corresponsione del beneficio.