La Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo sulle 18 morti avvenute a causa del coronavirus in una struttura di Montecchio Emilia, dal primo febbraio all’11 aprile. Sono cinque le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui anche il parroco del paese.
Con l’indagine, condotta in coordinazione con i Nas di Parma, la procura intende fare chiarezza sul rapporto tra i decessi avvenuti nella casa di carità ‘San Giuseppe’, una delle strutture più colpite dal virus, e il rispetto del protocollo anti-covid. La pm Piera Giannusa ha formulato una doppia ipotesi di reato a carico degli indagati: omicidio colposo e delitto colposo contro la salute pubblica.
L’incarico di eseguire l’autopsia è stato conferito al medico legale Alessandra Bergonzini, con la facoltà di avvalersi dell’aiuto di altri periti. Tra le 18 salme verrà riesumata ed esaminata anche quella del vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini, morto in aprile a quasi 98 anni a causa del coronavirus.
La San Giuseppe è finita nell’occhio del ciclone non solo per l’elevato numero di decessi, ma anche per i contagi fra il personale sanitario. Nella fase acuta della pandemia quasi la metà dei dipendenti, 20 su 45, è rimasta a casa per malattia a causa del contagio. L’ipotesi è che il virus sia entrato dall’esterno con un anziano ospite rientrato dopo un ricovero ospedaliero. Sono oltre 500 le vittime di Covid-19 nella provincia di Reggio Emilia, in larga parte anziani.
FONTE: sputniknews.com