“Il Movimento “Black Lives Matter” è stato un importante punto di svolta: ha scelto di non chiudersi su se stesso, diventando un movimento mondiale contro ogni discriminazione e subalternità – scrivono i promotori – la Sardegna a suo modo ha subito e subisce la disparità, la divisione, lo sfruttamento e la marginalizzazione”.

“Vogliamo unirci al grido mondiale regalando una chiave di lettura contestualizzata al territorio e alle sue lotte – prosegue la nota – è proprio in Sardegna che realtà, come il Cpr di Macomer, che violano i diritti umani, trovano terreno di approdo mentre vengono invece accantonati progetti virtuosi come lo Sprar di Sassari (che proprio a giugno giungerà purtroppo alla sua fine)”.

Le strutture sanitarie e scolastiche fatiscenti, l’impossibilità o sconvenienza di muoversi all’interno e all’esterno della propria terra, poligoni e basi militari (con conseguenti danni alla salute nostra,del bestiame e dei campi) sono tutti elementi del nostro esser considerati popolo servo – denunciano – non è violenza? Non è sminuire un popolo e renderlo schiavo? Ma forse l’unico modo che abbiamo per comprendere la nostra realtà e la nostra storia è proprio quello di apprenderle e osservarle attraverso il nostro passato e il nostro presente”.

Per queste ragioni è stata promossa una manifestazione a Sassari il prossimo venerdì 19 giugno dalle 18 al monumento in Piazza Italia.