“L’istituzione della figura dell’infermiere di famiglia riveste una grande importanza per tutti i settori del Servizio sanitario regionale, utile al fine di garantire reale omogeneità e uniformità delle risorse e delle prestazioni, contribuendo peraltro ad arginare il fenomeno di quelle ospedalizzazioni che in realtà potrebbero essere evitabili”. Lo affermano i consiglieri regionali della Lega, che hanno presentato e depositato una proposta di legge a riguardo.

“Ovviare tali ricoveri, ma anche l’improprio ricorrere ai Pronto Soccorso, avrebbe la valenza di garantire un importante sgravio fiscale e soprattutto consentirebbe ai presidi ospedalieri di riappropriarsi del ruolo primario che è la cura dei pazienti acuti e la diagnosi d’ingresso dei medesimi. Benché manchi una normativa nazionale che disciplini in modo organico e omogeneo le funzioni, la figura dell’infermiere di famiglia è già stata istituita da varie regioni italiane, le quali hanno riconosciuto la valenza di un professionista sanitario la cui attività è inserita in un contesto di intervento pluridisciplinare e multidimensionale, assicurando un intervento esteso ai familiari e familiari caregiver istruendoli sulle specifiche azioni o interventi da erogare al paziente in relazione a particolari bisogni o situazioni che si dovessero verificare”, proseguono i consiglieri.

“Questa Proposta di Legge non deve esser letta quale punto di arrivo ma bensì come un punto di partenza da rimodulare e plasmare a seguito della riorganizzazione del servizio sanitario regionale, attualmente in discussione, non appena concluso il suo iter”, afferma Annalisa Mele componente della VI Commissione (sanità) a nome del Gruppo Lega, promotore della proposta di legge “Trattasi infatti di un professionista che svolge il proprio ruolo nella comunità in maniera reattiva e/o proattiva, in rete con tutti i servizi sociosanitari già offerti. Altro elemento di novità introdotto con la presente proposta è l’istituzione del Servizio delle professioni sanitarie all’interno dell’Assessorato della sanità.”