Torna il clima di tensione a Magomadas. Dopo l’attentato incendiario nel dicembre scorso nel sito della Geco Srl che tratta i fanghi fognari nel paesino della provincia di Oristano, è stata presa di mira l’auto di Francesco Sechi, presidente di Ambiente Planargia, il comitato locale che si batte contro la localizzazione nel territorio della società che tratta i fanghi reflui. Due ruote dell’auto sono state squarciate con una lama, un episodio subito denunciato ai carabinieri del proprietario. Sulla querelle, che si combatte senza esclusione di colpi sia sul fronte amministrativo che su quello giudiziario, indagano i Carabinieri della Compagnia di Macomer.
Il Comune di Magomadas si è schierato contro l’autorizzazione all’attività del sito rilasciata nel 2018 dalla Provincia di Oristano. La risposta è stata l’istituzione di una conferenza di servizi, che ha validato l’autorizzazione. Il Comune, però, non si ferma e incardina un ricorso al Tar insieme al Consorzio per la tutela della Malvasia di Bosa che ritiene che il sito deprezzi l’area e il prodotto.
Sull’attentato interviene il managment della Geco Srl che esprime solidarietà a Sechi: “Nessuna forma di violenza può essere tollerata, ci auguriamo che le autorità presto trovino il colpevole di tale gesto – dichiarano Bonifacio Angius e Leonardo Galleri di Geco – Il nostro obiettivo è dialogare con la cittadinanza e collaborare con i Comuni limitrofi. I fanghi di depurazione, una volta trattati nel rispetto della legge, non sono più rifiuti in quanto trasformati in ammendante da utilizzare per rendere i nostri campi più fertili e quindi migliori le nostre colture” hanno concluso i due esponenti della geco Srl.