“Chi non salta è Azzolina”. Anche cori da stadio contro la ministra dell’Istruzione questa mattina in piazza del Carmine a Cagliari per lo sciopero generale dei docenti. Nel mirino le modalità di ritorno a scuola a settembre dopo la chiusura per il coronavirus.

Ma nella protesta ci sono anche le rimostranze dei precari che chiedono la stabilizzazione. “Stabilizzati – si legge in uno striscione – no esodati: terza fascia in ruolo”.

E anche questa rivendicazione è legata a stretto giro con la piattaforma di richieste dei sindacati che hanno organizzato la manifestazione, Cgil, Cisl e Uil: più personale e più spazi per consentire agli studenti un ritorno tra i banchi e magari senza divisori in plexiglass o didattica a distanza. No a classi pollaio, dunque. Ed emergenza – questo dicono le sigle – per ricostruire una scuola a misura di alunni. Presenti in piazza anche i consiglieri regionali del centrosinistra Massimo Zedda, Laura Orrù e Laura Caddeo, quest’ultima sino allo scorso anno preside all’istituto Pertini di Cagliari.

“Il tema – spiega il segretario generale della Cgil Sardegna, Michele Carrus – è purtroppo del tutto assente nell’agenda politica della Regione, non c’è, infatti un piano per il riavvio a settembre né tanto meno si pensa alle attività di accompagnamento che dovrebbero essere messe in campo subito. La Regione non ha stanziato un solo euro per sostenere le attività scolastiche, è un fatto grave perché sarebbe invece urgente un poderoso intervento, prima di tutto per reperire nuovi spazi e adeguare le strutture in vista della riapertura delle scuole, cogliendo l’occasione per ridisegnante la rete scolastica superando l’attuale dimensionamento”.

Un colpo a Cagliari, e uno a Roma. “Di tutto questo non c’è traccia sul fronte regionale ma siamo insoddisfatti anche delle scelte del governo nazionale che ha sostanzialmente sottovalutato i problemi della scuola nell’emergenza e sottofinanziato il sistema nel suo complesso. Quel che occorre è un investimento, con riguardo anche al personale, per riaprire in sicurezza e migliorare, riformandola, la scuola nel nostro Paese”.