“Diciamo che siamo abbastanza pronti. È chiaro che facciamo i conti con una macchina tarata su un milione e seicentomila abitanti e non per sopportare l’arrivo di milioni di turisti” come “in un periodo non di pandemia. Sarà una dura prova se dovesse esserci una recrudescenza, perché purtroppo le nostre strutture sono quelle e più di tanto non possono essere implementate, soprattutto in tempi cosi’ brevi”. Risponde così l’assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu, interpellato sull’arrivo dei turisti in occasione di un webinar sulla cronicità moderato dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.
“In questi giorni la Sardegna e’ stata al centro di polemiche perché il nostro presidente chiedeva un ‘di più di cautela’ per gestire meglio la riapertura- ha proseguito Nieddu- ma questo il governo non ha ritenuto di concedercelo. Quindi adesso abbiamo dovuto ripiegare su misure alternative; anche noi già abbiamo la nostra app regionale, sulla scorta di ‘Immuni’, già pronta da marzo. Faremo compilare un questionario e cercheremo di tenere sotto controllo, di tracciare ed eventualmente di testare al primo segnale di allarme i presunti contagi”. Nieddu fa quindi sapere che la Sardegna non ha “mai smantellato la macchina messa in piedi in questo periodo- ha aggiunto- e abbiamo strutture deputate a ricevere eventuali positivi portandoli via dalle strutture alberghiere”.
Ma la Sardegna può ritenersi una regione ‘fortunata’ dal punto di vista dell’epidemia? “Su questo avrei qualcosa da obiettare- risponde l’assessore-. La fortuna aiuta gli audaci e in questo senso ci ha aiutato perché abbiamo operato bene. Ricordo che nella nostra Regione abbiamo preso delle misure che sono state anticipatrici rispetto a quelle messe poi in campo dal governo, mi riferisco per esempio agli ospedali Covid in esclusiva, per i quali sono stato tanto criticato perché erano privati. Abbiamo insomma attuato misure importanti per combattere la pandemia- ha concluso- quindi la fortuna c’entra fino ad un certo punto”.