C’è ancora attesa al Casoretto, il quartiere a nord di Milano in cui è cresciuta Silvia Romano, la cooperante rapita 18 mesi fa in Kenya e liberata sabato. Dalle prime ore dell’alba, nonostante la pioggia, molto giornalisti aspettano il suo rientro in città che potrebbe avvenire nel pomeriggio. Sulla porta del condominio in cui abita la madre, nel frattempo, sono stati lasciati dei fiori e attaccati altri cartelli di benvenuto: ‘La terra ha davvero tanto bisogno di persone come te, grazie di esistere”, si legge su un foglio appoggiato davanti al cancello di ingresso, mentre ce ne sono altri che ringraziano “i servizi segreti italiani e il ministero degli esteri”.

Intanto la Procura di Roma, che indaga sul rapimento della volontaria Silvia Romano, è in attesa di una risposta dalle autorità somale alle quali è stata inviata una rogatoria per sollecitare la collaborazione nelle indagini. La rogatoria servirà a fare luce sulla prigionia della Romano, durata 18 mesi, e che ha visto la ragazza spostata in quattro covi, tutti in villaggi e raggiunti a piedi.

E’ rimasto nelle mani dei rapitori il diario su cui Silvia Romano descriveva i giorni della sua prigionia in Somalia. In base agli elementi forniti dalla giovane nel corso del colloquio con gli inquirenti, durato oltre 4 ore, la ragazza e’ stata tenuta in ostaggio sempre dallo stesso gruppo terroristico islamista Al Shabaab dopo essere stata ceduta dal commando armato formato da otto persone che l’aveva prelevata  in Kenia nel novembre del 2018.

“Silvia è una giovane ragazza che ha vissuto 18 mesi da prigioniera. Prima in Kenya. Poi in Somalia. A soli 23 anni. Grazie all’impegno di donne e uomini dello Stato oggi è nuovamente in Italia, tra le braccia della sua famiglia.  E questa è l’unica cosa che conta. Quell’abbraccio intenso, infinito, vero, emozionante di Silvia con il padre, la madre e la sorella ha commosso tutti. Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po’ di rispetto”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, postando le foto di Silvia Romano che abbraccia i genitori. Questa mattina fonti della Farnesina hanno smentito quanto riportato da alcuni organi di stampa, secondo cui l’annuncio della liberazione di Silvia Romano avrebbe sollevato uno scontro tra il ministero degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio. “La nostra convinzione è che a prevalere sia sempre lo spirito di squadra”, chiosano le stesse fonti.

“Il giorno della festa è il giorno della festa e salvare una vita è fondamentale, ma se mi chiede come mi sarei comportato al Governo io, probabilmente, avrei tenuto un atteggiamento da parte delle istituzioni più sobrio, un profilo più basso. Perché mettetevi nei panni di quei terroristi islamici maledetti che hanno rapito questa splendida ragazza: l’hanno vista scendere col velo islamico, ha detto che è stata trattata bene, ha studiato l’arabo, letto il Corano, si è convertita, in più hanno preso dei soldi, io penso che un ritorno più riservato avrebbe evitato pubblicità gratuita a questi infami che nel nome della loro religione hanno ammazzato migliaia di persone”. Così Matteo Salvini a Rtl 102.5 sulla liberazione di Silvia Romano. “Certo – aggiunge – qualche domanda deve avere una risposta In Kenia le donne valgono molto meno dell’uomo perché l’uomo può sposare quante donne vuole e la donna no, visto che c’è la poligamia per legge, e i soldi che sarebbero stati pagati per il riscatto sarebbero stati incassati da questa associazione terroristica Al-Shabaab che con attentati ed autobombe ha ucciso migliaia di persone”.