“La vera riforma urgentissima del sistema sanitario sardo è quella che consente di passare dall’attuale sistema centrato sugli Ospedali ad un nuovo sistema centrato sul paziente”. Lo sostengono i Riformatori che hanno presentato oggi una proposta elaborata dal loro Centro Studi che indica come unica strada possibile quella della rivoluzione della filosofia dell’assistenza in Sardegna.
“La sanità digitale – sottolineano i Riformatori – non è ‘la sanità del futuro’: è ormai la sanità del presente e non utilizzarne gli strumenti significa portare il Titanic della sanità sarda verso il disastro. Il fascicolo sanitario elettronico (FSE) con tutte le informazioni del paziente, la prenotazione e il pagamento delle visite via web, la rete delle farmacie cliniche sono una realtà che, purtroppo, avanza faticosamente. Ma la vera frontiera per la Sardegna è quella della Telemedicina che consente di visitare il paziente da remoto (televisita), consente la consulenza congiunta di più medici (teleconsulto), consente la assistenza nel corso di procedure terapeutiche (telecooperazione) e soprattutto la rilevazione a distanza dei parametri biologici dei pazienti (telemonitoraggio)”.
“Non è il futuro, è il presente: già oggi, attraverso il nostro smart watch o altri semplici devices, è possibile rilevare a distanza la frequenza cardiaca e respiratoria, la pressione arteriosa, la saturazione di ossigeno, il peso corporeo. Ma è possibile anche inviare il proprio elettrocardiogramma allo specialista di fiducia, misurare la glicemia, valutare l’aderenza terapeutica, controllare con attività di coaching a distanza gli stili di vita, l’attività fisica, il consumo di calorie. I devices in comunicazione tra loro attraverso l’internet delle cose (IOT) e il ricorso all’intelligenza artificiale (AI), come supporto all’attività sanitaria consentono un incredibile salto di qualità nell’assistenza – proseguono – si tratta di una vera rivoluzione nella gestione del paziente cronico, che non deve più spostarsi alla ricerca dell’Ospedale più vicino, ma viene monitorato a casa propria da un sistema di ‘allarmi’ sotto il controllo dello specialista che può persino inviare il 118 a domicilio, senza che sia chiamato dal paziente”.
“E’ evidente che si tratta di una rivoluzione epocale, che gestendo il paziente “a casa” restituisce all’ospedale la sua vera funzione di presidio per acuti e elimina le code al Pronto Soccorso, che sarebbero oggi impossibili in tempi di Covid. Questa volta, la Sardegna non può aspettare la “rivoluzione della sanità digitale” delle altre regioni: è urgente invece essere all’avanguardia perché la telemedicina rappresenta l’unica, vera risposta alla nostra necessità di costruire un sistema che si adatti come un vestito di sartoria ai nostri reali bisogni sanitari. La Sardegna ha uno dei territori più grandi d’Italia (oltre 24.000 chilometri quadrati), ha una densità di popolazione tra le più basse d’Italia (appena 67 abitanti per kmq), con una dispersione della popolazione che è ben fotografata dai nostri 120 comuni sotto i mille abitanti. Non abbiamo rete ferroviaria degna di tal nome e la nostra rete stradale è piena di criticità. La telemedicina diventa per noi una necessità urgente che può riscrivere in modo rivoluzionario la storia della nostra assistenza ai pazienti, migliorandone qualità e appropriatezza. Ma bisogna fare in fretta! Non c’è un istante da perdere! E’ per questo che i Riformatori – concludono – chiedono l’immediata istituzione di un’Agenzia per la Sanità digitale, che predisponga il Piano Sanitario digitale triennale per la Sardegna, dotato di adeguate risorse finanziarie e proponga all’approvazione della Giunta veri e propri Livelli Essenziali di Assistenza Digitale, con uno specifico Nomenclatore sanitario digitale che ne consenta la tariffazione. L’epidemia, da cui non sappiamo quando e come usciremo, ha dimostrato il disastro degli ospedali quando esercitano un ruolo che non è il loro. Oggi, in Sardegna, le misure di sicurezza anticovid rendono ancora difficilissimo persino l’ingresso all’interno degli Ospedali: senza la sanità digitale, i sardi si accorgeranno prestissimo, sulla propria pelle, di quanto sia limitato il loro attuale diritto di accesso alle prestazioni sanitarie. Con profonda convinzione, chiederemo subito a tutto il Consiglio regionale di unirsi a noi per l’approvazione immediata di questa legge che consideriamo davvero urgente per la Sardegna”.