A Bortigiadas e Nughedu San Nicolò la Festa della Liberazione è muta, non per l’emergenza coronavirus ma perché i sindaci dei due Comuni, Emiliano Deiana e Michele Carboni, hanno deciso di occupare simbolicamente e provocatoriamente le piazze vuote per protestare contro la cancellazione delle scuole dell’infanzia dai loro paesi.
“L’ufficio scolastico della Sardegna, nonostante le rassicurazioni del presidente della Regione Solinas, “nessuna scuola sarà chiusa in Sardegna”, con un provvedimento improvviso e contrario ai pronunciamenti dell’assemblea provinciale dei sindaci, che ne aveva chiesto il mantenimento in deroga, ha disposto la chiusura delle scuole dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò per l’anno scolastico 2020/2021″, spiegano Deiana e Carboni.
“In un momento in cui da più parti, anche in riferimento alla pandemia in atto, si parla di riabitare i paesi delle aree interne dei funzionari ministeriali seguendo la sola idea ragionieristica dei numeri infliggono un colpo feroce contro le comunità delle aree interne”, continuano i due primi cittadini, che hanno affidato la loro protesta anche alle pagine Facebook: “I bambini di Nughedu e Bortigiadas dai tre anni di età diventeranno dei pendolari e andranno ad affollare classi già affollate contro ogni regola di buonsenso che invece avrebbe imposto l’esatto contrario, anche in relazione alle norme che non potranno essere più disattese di distanziamento sociale”.