Ancora acque agitate sul fronte del calcio sassarese, sponda lato Torres. I giocatori e l’allenatore Marco Mariotti “hanno incaricato uno studio legale di recuperare il pagamento delle mensilità da marzo a giugno con una pec indirizzata alla società”, afferma Salvatore Sechi, presidente della Torres con una lunga lettera pubblicata sul sito della società. Di tutt’altro avviso i giocatori e l’avvocato Carlo De Cesaro, che ha scritto alla Torres alla Regione Sardegna ed alla Lega Dilettanti.
Tutto ciò “nonostante lo stop di tutti i campionati”, dice Sechi. Da tale procedura “si sono dissociati il preparatore atletico Mascaro e il preparatore dei portieri e vice allenatore Tore Pinna”. Così afferma il presidente Sechi nella sua lettera, nella quale riferisce che “ i giocatori e il tecnico prospettano addirittura azioni legali per avere il suddetto rimborso tramite i contributi regionali alle Società”.
Sechi, nell’incertezza della prosecuzione del campionato di Serie D, nella quale la Torres milita nel Girone G in terza posizione, tallonata a breve distanza dal Latte Dolce, altra compagine sassarese, spiega di aver “contattato la Lega Nazionale Dilettanti che mi ha confermato quanto già noto e cioè che la Torres non è in alcun modo tenuta al pagamento di emolumenti per prestazioni mai effettuate, così come nessuna Società di serie D. Sconcertati dell’accaduto, come il sottoscritto, mi hanno chiesto – prosegue il presidente – di avere la documentazione in oggetto in quanto i giocatori e il tecnico Mariotti portando avanti quanto esposto e rivolgendosi ad un avvocato, mai hanno informato la Lega Nazionale Dilettanti come previsto dalle normative federali; ma sulle eventuali questioni disciplinari non entro in merito.
La mia amarezza si basa, soprattutto, sul tradimento della fiducia. Ho ottemperato regolarmente a tutti gli impegni con la squadra per le mensilità dovute fino al mese di febbraio – scrive Sechi – , sempre tramite bonifico bancario. Tutto facilmente documentabile. Per il mese di marzo, come più volte dichiarato, la Società si è attenuta alle indicazioni della Lega e del presidente Sibilia, comuni a tutte le formazioni militanti nel campionato di serie D fermate dalla grave emergenza sanitaria Covid – 19. Tutte, infatti, al momento non possono proseguire le proprie attività sportive in attesa di decisioni chiare e unanimi del mondo del calcio”.
Numerosi i commenti dei tifosi torresini sulla pagina facebook della società: dal “via tutti indegni”, al “Prima di dire la mia..aspetto di sentire l’altra campana. Comunque è assurdo!!!! NON C’È MAI PACE C***. qua bisogna andare a Lourdes, non c’è 1 anno e dico uno che si finisca in serenità senza problemi. Ma noi tifosi cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa eterna condanna??????”. Un tifoso è scettico: “Gna fiaggu di strategia mah….”, in stretto sassarese. Un altro che commenta: “In serie D ci sono altre 165 squadre che hanno lo stesso problema. Qualcuno ha pagato, la maggioranza delle società no. Ora dico, ma siamo gli unici, unici che dobbiamo scatenare un putiferio in tutta la categoria? E se riprende il campionato che si fa con questa situazione?”.
Ma le cose sembrano essere andate diversamente da come descritte dal Presidente Sechi: “Il 22 Aprile abbiamo scritto una lettera bonaria alla società ed alla Regione sarda – spiega l’Avvocato Carlo De Cesaro, che tutela i giocatori e lo staff tecnico – e chiesto il 20 aprile il parere alla Lega Dilettanti Figc che ci ha risposto nella persona del Vice presidente il 22 Aprile scorso. Nella lettera i calciatori lamentano il mancato pagamento di quanto contrattualmente pattuito in relazione alla mensilità di marzo 2020 – prosegue l’avvocato De Cesaro -, e manifestano forte preoccupazione in quanto, nel corso delle interlocuzioni avvenute con alcuni tesserati, intervenuti in delegazione di tutta la squadra, gli organi di quest’ultima avrebbero manifestato un netto rifiuto al pagamento non solo della mensilità predetta ma anche di quelle a scadere”. In sostanza a fronte di un contributo di circa 250mila euro della Regione a favore della Torres, non ancora erogato per intero, per il rimborso spese dei giocatori (che non sono professionisti, è bene ricordarlo, quindi non percepiscono stipendi), la società sarebbe in debito di circa 160mila euro, contando i rimborsi che vanno dal 23 luglio al 31 agosto 2019, periodo della preparazione atletica, e quelle di marzo 2020.
“Tale posizione è stata confermata pur nella consapevolezza della prossima contribuzione da parte della Regione Autonoma della Sardegna ai sensi della Legge n. 17/1999”, spiega l’avvocato De Cesaro. I giocatori chiedono quindi che anche il saldo del contributo della Regione, che dovrebbe arrivare a fine campionato (ma questo è fermo e non c’è certezza sulla ripresa) sia destinato al pagamento dei loro rimborsi.
“Non condividendo l’atteggiamento della Società – spiega De Cesaro – , ritenendo infatti che una parte delle predette risorse debbano necessariamente essere destinate al rimborso in favore dei tesserati, ancor più in un momento di grave crisi come quello che stiamo vivendo, i miei assistiti chiedono che la Torres voglia rivalutare la propria posizione, impegnandosi quindi alla corresponsione di quanto dovuto”.
Precisano i giocatori con una nota: “In realtà ci siamo limitati a chiedere al presidente, in occasione del prossimo pagamento da parte della Regione Sardegna del contributo ex L. 17/1999, che ci venisse corrisposto il nostro rimborso spese. Ciò in quanto, come peraltro ricavabile da tutti poiché pubblicato sul sito istituzionale della Regione, che viene concesso tenendo conto del compenso agli atleti e ad un tecnico. D’altra parte, in attesa di conoscere le sorti del campionato, continuiamo quotidianamente a svolgere gli allenamenti individuali sulla base delle tabelle che ci vengono fornite. La nostra domanda quindi è: se il contributo comprende una quota a titolo di compenso per gli atleti e del tecnico, perché non destinarlo ai diretti interessati? La nostra richiesta è stata di una mensilità, mai parlando o pretendendo quelle di Aprile, Maggio e Giugno, non sapendo come sarebbe andata a finire la stagione sportiva”.
Precisa puntualmente l’avvocato De Cesaro: “Il contributo che viene stanziato ed erogato dalla Regione Autonoma della Sardegna annovera fra le sue finalità quello di ristorare i tesserati, così alleviando il carico delle società sportive. E’ quindi lampante l’ingiustizia che si perpetrerebbe se la Società, come paventato, trattenesse detti contributi così sottraendoli alla disponibilità dei diretti interessati”.
I calciatori concludono: “Ci si trova anche costretti a smentire quanto affermato dal presidente con riferimento all’asserita regolarità dei pagamenti. La squadra infatti ha iniziato a prestare la propria attività dal giorno 23 luglio 2019 ed i rimborsi sono stati corrisposti a decorrere dalla mensilità di settembre 2019. Ad oggi pertanto i giorni dal 23 al 31 luglio e tutto agosto risultano impagati”. E smentiscono anche che “il preparatore atletico Mascaro ed il preparatore dei portieri Tore Pinna si siano dissociati”, come afferma Sechi. “Gli stessi infatti si sono dimostrati e si dimostrano tuttora vicini alla squadra – continuano i giocatori – e non hanno aderito alla richiesta in esame in quanto estranei alla predetta contribuzione Regionale. Si precisa altresì che chi ha ricevuto il sussidio statale ha puntualizzato di non vantare alcuna richiesta in relazione alla mensilità corrispondente. Infine è doveroso smentire quanto asserito dal presidente, nella parte in cui afferma che qualcuno di noi sia stato “costretto” a firmare.
Detta illazione è di una gravità inaudita, peraltro aggravata dalla diffusione sul sito internet della squa-dra e sui social. Noi firmatari della lettera ci siamo confrontati e nessuno di noi ha mai pronunziato detta frase”. Insomma si addensano cupi nuvoloni sull’Acquedotto che potrebbero avere gravissime ripercussioni sul futuro della Torres. E non sarebbe la prima volta.