“Firmo una nuova ordinanza, voglio raschiare il fondo del barile”. Lo ha annunciato oggi il governatore Luca Zaia. Il Veneto anticipa così alcune deroghe alle restrizioni in vigore nel commercio: viene dato il via libera alla vendita del cibo per asporto nei take away, pasticcerie e gelaterie – finora era possibile solo la consegna a domicilio – mantenendo il divieto di consumo all’interno dei locali. Negozianti e clienti dovranno avere mascherine e guanti, e rispettare il distanziamento di un metro.
Altro allentamento riguarda le aperture di librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini, per i quali non vale più il limite dei due giorni a settimana. L’ordinanza comprende anche la revoca delle restrizioni per l’attività edilizia, purché sul patrimonio esistente, la coltivazione ad uso agricolo per auto-consumo, il taglio boschivo per ragioni di necessità “e l’accesso ai cimiteri con obbligo di distanziamento”.
Qualcuno si scandalizza quando dico che non più lockdown, ma venite a vedere. È evidente, prima con i codici Ateco poi con le deroghe e il silenzio-assenso, che in Veneto è aperto almeno il 40% delle imprese, lo si vede dal traffico e dai parcheggi”. Lo ha ribadito oggi il presidente del veneto Luca Zaia, incontrando i giornalisti. “Questo non vuol dire – ha aggiunto – che il virus non ci sia e che si debba prendere sottogamba, ma con accorgimenti come la mascherina ci si mette tranquillamente in sicurezza”.
E a proposito delle ipotesi di voto amministrativo in autunno, Per Zaia “è difficile spiegare ai cittadini che non si vota a luglio quando si apre a maggio. Alla luce delle dichiarazioni dell’Oms e del fatto che ci sarà quasi sicuramente un ritorno del contagio, speriamo lieve, in autunno, programmare le elezioni significa non farle o avere il rischio di non farle più. Noi governatori siamo favorevoli alla finestra di luglio”.