Sono già 11mila le persone arrivate dal Nord che si sono autodenunciate sulla piattaforma informatica predisposta dalla Regione Sardegna per monitorare e controllare le aperture delle seconde case dell’Isola, prima in Italia per flussi turistici d’estate.
I numeri dicono che gli arrivi attuali sono paragonabili a quelli degli italiani che scelgono la Sardegna nei mesi di luglio e agosto. “Stiamo lavorando in fase transitoria – spiega il direttore generale della Protezione civile Antonio Belloi – in attesa della nuova ordinanza del presidente della Regione che si allinierà all’ultimo Dpcm. Da quel momento avremo una piattaforma online aggiornata con tutte le disposizioni nazionali e regionali. Cambierà anche il modulo per registrare la presenza in Sardegna, sarà molto più smart per avere maggiori informazioni e più dettagliate. Una volta ottenuta la mappatura completa, i dati – annuncia Belloi – verranno comunicati alle Prefetture e ai Comuni”.
Questa procedura, obbligatoria per chi è arrivato nell’Isola dal 24 febbraio in poi dalle zone rosse, prevede l’isolamento in casa per 14 giorni per chi non ha alcun sintomo. Per chi invece li manifesta si applicano i protocolli sanitari già collaudati.
“L’appello a tutti è di essere trasparenti – dice Belloi – chi dal Nord ha deciso di venire in Sardegna sfruttando le seconde case non deve fare il furbo: ci sono sanzioni penali oltre che pecuniarie”, ricorda il Dg.
Nel database confluiscono anche gli elenchi con i passeggeri arrivati in Sardegna dalla zone rosse richiesti dalla Regione a compagnie aree, marittime e alle società di gestione.
“E’ una vigilanza attiva a tutto campo – ribadisce Belloi – l’Isola è controllata e protetta. Sono attivi complessivamente in porti e aeroporti 36 termolaser e 8 termoscanner, mentre sono 17 su 20 presidi in Sardegna ad aver installato all’esterno tende per il pre-triage dei pazienti. Gli acquisti di materiale e dotazioni sterili sono quotidiani. Un dato su tutti: finora sono già state utilizzate nell’Isola 16mila mascherine”.