Le misure di contenimento contro il coronavirus potrebbero durare a lungo perché il picco dei contagi non è dietro l’angolo: secondo una prima previsione teorica potrebbe arrivare a metà aprile in Lombardia, con ondate successive nelle altre regioni. Lo indica il modello sviluppato per la pandemia influenzale del 2009 e applicato alla Covid-19 da Stefania Salmaso, l’epidemiologa che allora era a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
“E’ utile rileggere tutto il lavoro fatto per la pandemia del 2009 in modo da capire meglio la situazione attuale: è come apprendere una lezione dal passato”, spiega Salmaso all’ANSA commentando i dati che pubblica su ‘Scienza in rete’, il sito del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.
“Condivido la riluttanza delle autorità nel fare previsioni sul picco dell’epidemia da Covid-19, ma credo che i numeri del contagio aggiornati quotidianamente non bastino a fornirci uno scenario di evoluzione. I cittadini – sottolinea l’epidemiologa – devono sapere che non si tratta di cambiare il proprio stile di vita solo per una o due settimane: probabilmente le misure di contenimento dovranno essere mantenute a lungo. Se il modello è verosimile alla situazione attuale, l’apice della curva epidemica può essere atteso verso la metà di aprile in Lombardia, con successive ondate nelle altre Regioni d’Italia”.
Il modello della pandemia del 2009 presupponeva, nel peggiore degli scenari, che ogni persona infetta potesse contagiarne due (il famoso parametro Ro pari a 2): in questo caso l’infezione sarebbe sbarcata in Italia dopo 37 giorni dal primo caso mondiale attraverso i principali aeroporti internazionali e, senza misure di contenimento, avrebbe raggiunto il picco dopo 90 giorni. “Se guardiamo la situazione di Covid-19 in Lombardia, i primi casi sono del 21 febbraio, per cui si risale facilmente a metà gennaio come data di prima introduzione del virus”, spiega Salmaso. “Considerando che ogni persona con coronavirus ne infetta in media 2,6, nel modello i tempi si accorciano in modo proporzionale, collocando una verosimile data di introduzione verso la fine del mese di gennaio. Di conseguenza anche il picco viene raggiunto prima, verso la metà di aprile”.
Difficile dire in che modo questa previsione teorica risentirà delle attuali misure di contenimento, sempre più stringenti. “Speriamo che possano rallentare la curva epidemica nel resto del Paese – sottolinea l’esperta – mentre è più difficile prevedere l’impatto all’interno delle zone rosse, anche perché ci sono ancora molte incognite relative ai parametri biologici del virus”. Di certo i dati che iniziano ad arrivare dalla Cina sono incoraggianti: “l’isolamento prolungato per settimane di oltre 60 milioni di persone sembra aver ridotto l’indice di contagiosità sotto il valore soglia oltre il quale l’epidemia si estingue”, conclude Salmaso.