“L’impianto di trattamento dei fanghi fognari di Magomadas chiude. La Provincia di Oristano, dopo essersi resa responsabile di quella folle autorizzazione, è costretta ad una retromarcia senza attenuanti. Se non revoca finisce sotto accusa, se non lo è già per averla rilasciata”. Lo afferma il leader di Unidos Mauro Pili in merito alla revoca della concessione per il trattamento dei fanghi fognari a Magomadas (Or).
“Non revocare significherebbe rischiare ancora di più. Ed è per questo motivo – spiega Pili – che la provincia ha scritto a tutti i soggetti interessati informandoli dell’avvio della procedura di chiusura definitiva di quell’impianto”.

La conferenza dei servizi si terrà martedì 21 febbraio ad Oristano e sono convocati gli amministratori della società, l’Assessorato Regionale della Difesa dell’ambiente, Servizio di tutela del paesaggio, il Corpo Forestale, il comune di Magomadas, i tecnici dell’Arpas, il Servizio Salute e Ambiente dell’Asl e il Consorzio di tutela e valorizzazione della Malvasia doc. Per quel giorno la provincia di Oristano ha convocato la conferenza dei servizi, la stessa che aveva emesso l’autorizzazione per quell’impianto candidatosi a ricevere 80.000 tonnellate di fogne provenienti dalla Puglia.

La conferenza dei servizi con tutti i soggetti della prima convocazione si riunirà ancora una volta intorno a tavolo dove tra mille criticità e sospetti era stata data l’autorizzazione a quel mostro a 158 metri dal centro abitato di Magomadas e 600 dalla scuola di Tresnuraghes. La Provincia ha scelto la strada di condividere la decisione con tutti i soggetti titolati a esprimere il parere. Ognuno dovrà dire la sua, questa volta con la consapevolezza di avere gli occhi puntati della Procura della Repubblica di Oristano.
“La Provincia – è scritto nella convocazione – ha ricevuto informalmente diverse segnalazioni che evidenziano che l’autorizzazione rilasciata alla ditta non sarebbe coerente con le prescrizioni del Piano regionale dei rifiuti speciali del 2012. In particolare è stato segnalato che l’impianto è ubicato in un’area che dista meno di 300 metri dall’abitato, meno di 1000 dalle scuole, meno di 3000 dai centri abitati limitrofi, Tresnuraghes, Flussio e Modolo. Infine che l’azienda non è conforme al piano regionale di rifiuti che impone il divieto di realizzare nell’area geografica della produzione della Malvasia doc (vino che ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata nel 1972)”. Per questo motivo per questi motivi – conclude la comunicazione – viene indetta la conferenza dei servizi per effettuare un esame degli interessi pubblici che potrebbero costituire presupposto per l’annullamento della autorizzazione. La presente è da intendersi come comunicazione di avvio del procedimento di annullamento d’ufficio della citata autorizzazione”.

“Menomale che era tutto in regola”, afferma Pili, riferendosi alle smentite, più o meno ufficiali, fatte in questo periodo. “Menomale che quattro pagliacci, con tutto il rispetto dei pagliacci, si sono prodigati ad insultarmi affermando che facevo allarmismo e che quella società operasse per il bene della nazione. Tutto fuori legge! Menomale – prosegue Pili – che a Magomadas ci sono cittadini, e sopratutto cittadine coraggiose, che hanno saputo trovare il modo per farsi sentire e alla fine rispettare. In questi mesi il clima non è stato quello più semplice per farsi sentire. Non lo sarà nemmeno dopo. La revoca di quella vergognosa autorizzazione dimostra che non bisogna arrendersi al primo trafficante di fogne che vuole fare affari sulla testa della propria comunità, fregandosene di salute e ambiente. Il 21 si scriverà obbligatoriamente la parola ‘fine’”.

https://www.youtube.com/watch?v=WVW95yFtu54

Leggi anche:

Pili (Unidos): “Viaggio a Magomadas dove rifiuti stranieri devastano la Sardegna”