Ennesimo colpo inferto dalla Polizia di Stato alla criminalità nigeriana. Nei giorni scorsi, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari, personale della sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per trasporto illegale di sostanza stupefacente nei confronti di Adam Kelvin Sunday, 36enne, John Godstime 29 anni e Chuks Agidi 26. I nomi di Godstime e Agidi sono già noti alla Polizia: erano emersi nel corso dell’indagine del 2018, denominata Calypso Nest, sulla cosiddetta mafia nigeriana con 21 persone arrestate per tratta di esseri umani e traffico di droga. Tuttavia, la Cassazione non ha poi riconosciuto l’esistenza del vincolo associativo mafioso e il procedimento è ancora in corso.
L’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile ha avuto inizio il 26 maggio 2019, quando la Capitaneria del Porto di Cagliari aveva segnalato il grave stato di salute cui versava una cittadina Nigeriana giunta a bordo del traghetto Tirrenia con provenienza Civitavecchia.

L’esame tac aveva consentito di acclarare che la giovane Nigeriana aveva ingerito vari ovuli di eroina, almeno 11.
La donna era stata arrestata e nello stesso tempo, ritenendo che la stessa fosse deputata al trasporto di eroina, era stata avviata, sempre d’intesa con la Procura della Repubblica di Cagliari, una immediata attività investigativa per comprendere per conto di chi la stessa avesse agito.
Rilevante ai fini investigativi è risultata l’analisi esperita sui telefoni sequestrati alla giovane donna Nigeriana.

Un primo contatto telefonico è stato registrato fra il telefono della donna ed un telefono in uso ad uno degli indagati, soggetto già emerso in indagini della DDA di Cagliari per traffico di sostanze stupefacenti e tratta di essere umani.
Sempre dall’analisi dei cellulari si è giunti all’identificazione dell’elemento apicale dell’organizzazione, che aveva dato mandato alla ragazza di recarsi a Perugia, indicandole un numero di telefono che avrebbe dovuto contattare una volta giunta nel capoluogo Umbro, dove le sarebbe stata consegnata da altri loro connazionali della eroina, i cui ovuli avrebbe dovuto ingerire ed immediatamente dopo sarebbe dovuta ripartire alla volta di Cagliari.

Da un’altra chat di whatsapp sul cellulare della donna è emersa un’altra utenza in cui vi erano vari messaggi vocali di due uomini che impartivano ulteriori indicazioni su dove dovesse recarsi una volta giunta a Perugia. Fondamentale per l’identificazione del terzo indagato è stata una ricarica postepay che lo stesso aveva effettuato su richiesta della donna .

Lo stupefacente sequestrato alla donna, per un ammontare totale di 32 ovuli e corrispondente a 4.320 dosi, è risultato essere eroina di ottima qualità.