Il 14 febbraio si svolgerà il “No metano day”, organizzato da Fridays For Future – Cagliari.
“Invitiamo tutti gli studenti – si legge sull’evento Facebook – i lavoratori e tutte le realtà che hanno a cuore il futuro della sardegna e che si rispecchiano nelle nostre rivendicazioni a un’assemblea mercoledì 5 febbraio alle ore 18 presso Exart per costruire insieme questa mobilitazione”.
“L’assenza del metano, oggi come oggi, non è uno svantaggio”
“La telenovela sulla metanizzazione della Sardegna – scrivono gli organizzatori – va avanti da tempo tra conferme e smentite, ma il filo rosso che lega queste lunghe trattative è la totale assenza di un dialogo con i sardi nel processo decisionale. È una costante dei “piani di sviluppo” imposti alla sardegna, che già nei decenni passati hanno dimostrato più volte quanto dietro tanti proclami si nascondessero soltanto gli interessi dei promotori e non certo quelli delle popolazioni che hanno sempre visto rimanere sul territorio soltanto devastazione ambientale e precarietà lavorativa. Buona parte degli amministratori sardi, confindustria, i più grossi sindacati, sono schierati compatti a favore del progetto e lavorano fianco fianco nella loro opera di propaganda. La narrazione portata avanti da numerosi mezzi di comunicazione locali è densa di faziosità e menzogne. Se infatti la metanizzazione poteva essere considerata un progetto innovativo decenni fa. È falso il minore impatto ambientale del metano rispetto al carbone, è falso il suo presunto costo minore, è falsa la creazione di numerosi posti di lavoro. Il metano è un potente gas serra il cui effetto – in termini di riscaldamento dell’atmosfera – è 80 volte superiore a quello della co2 nei primi 20 anni dopo l’emissione. Secondo un autorevole studio le emissioni di metano prodotte dall’industria estrattiva negli ultimi due decenni avrebbero azzerato i benefici sul clima portati dalla conversione a metano degli impianti a carbone nello stesso periodo. Mentre il mondo guarda a sistemi di energia alternativi, che conducano al necessario abbandono dei combustibili fossili, la sardegna continua a guardare al passato”.
L’assenza del metano – continua la nota – oggi come oggi, non è uno svantaggio, rappresenta al contrario un’occasione per l’isola, che può saltare questo passaggio investendo da subito nella ricerca e nella produzione di energia con sistemi alternativi e nel risparmio nell’efficientamento energetico; investimenti che comporterebbero un notevole risparmio energetico e la creazione reale di posti di lavoro evitando altre sì gli inevitabili successivi costi di smaltimento del sistema. Vogliamo che la sardegna sia un esempio e un punto di riferimento e non l’ultima ruota del carro. È ora che i sardi prendano parola e che portino all’attenzione dell’opinione pubblica questo nuovo progetto calato dall’alto, che, come i tristemente famosi piani di rinascita ha l’odore dell’ennesimo sporco affare sulla pelle dei sardi.
“È giunta l’ora di dire no pubblicamente alla metanizzazione”
“Abbiamo scelto di manifestare il 14 novembre – conclude la nota – di venerdì, come abbiamo sempre fatto da quanto insieme a milioni di giovani e adulti in tutto il mondo scendiamo in piazza per chiedere giustizia climatica e sociale abbiamo scelto di manifestare il giorno di san valentino perché non c’è atto d’amore più grande di quello di lottare per difendere il proprio futuro e la propria terra”.