“La Sardegna, insieme alla Sicilia, saranno bloccate ad oltranza nell’accesso ai porti. La rivolta degli autotrasportatori sarà una delle più dure mai programmate contro gli aumenti imposti dalle compagnie di navigazione con particolare riferimento a quelle che ricevono centinaia di milioni di euro di contributi pubblici”. Lo afferma Mauro Pili, leader di Unidos, in merito al caro trasporto merci che si prospetta per le isole.

La decisione del blocco ad oltranza dei porti “costituisce – spiega Pili – una scelta estrema per un settore che rischia di essere travolto da questa nuova ondata di aumenti che si ripercuotono in prima persona sui trasportatori. L’aumento è stato deciso dalle compagnia di navigazione e i clienti finali non intendono accettare nessuna rimodulazione al rialzo dei contratti in essere del trasporto su gomma. Alla fine a rimanere schiacciati saranno i trasportatori. Per questa ragione si tratta di una vera e propria rivolta”.

Alla mezzanotte tra il 6 e il 7 gennaio scatterà il blocco all’imbarco dei mezzi pesanti, dei semirimorchi e dei camion sulle navi impegnate nelle Autostrade del Mare nei porti di Palermo, Termini Imerese, Catania, Cagliari, Olbia e Messina, con esclusione dei servizi sullo Stretto.

“La protesta andrà avanti a tempo indeterminato. È questa la decisione assunta da Trasportounito, inclusa la delegazione della Sardegna, da Aitras e da Aias”.

Trasportounito è il sindacato con il quale Unidos aveva bloccato i porti della Sardegna già 5 anni fa per bloccare gli aumenti, che furono bloccati.
Le ragioni di questo blocco, che ha l’obiettivo di “paralizzare i porti delle due isole maggiori, sono da rinvenire nell’aumento record dei noli marittimi deciso dalle compagnie di navigazione che svolgono servizi di collegamento sulla rete delle Autostrade del Mare e che hanno motivato questo aumento per far fronte agli extra-costi derivanti dall’utilizzo di carburante a basso contenuto di zolfo in ottemperanza con la normativa marittima internazionale IMO che entrerà in vigore il primo gennaio prossimo”, conclude Pili.