È iniziata la campagna di controlli dell’Ispettorato Forestale di Cagliari per presidiare la sostenibilità della pesca dei ricci di mare, specie il cui stock è in forte sofferenza in molte aree del mare territoriale.
“Per estendere i controlli a tutta la filiera – scrive in un comunicato il Corpo Forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna – l’operazione è stata pianificata in collaborazione col Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione.
I risultati conseguiti confermano, purtroppo, un alto grado d’illiceità nelle attività di gestione del riccio di mare, a detrimento della biodiversità, della sostenibilità economica e della salute dei consumatori”.
Secondo il Corpo Forestale “sono stati eseguiti una serie di controlli che ha portato al sequestro di oltre 2 kg di polpa di riccio preparata illegalmente, e alla contestazione di molteplici violazioni alle norme sulla tracciabilità, confezionamento, conservazione degli alimenti e infine in materia di sicurezza alimentare e informazione al consumatore”.
L’attività del Corpo forestale avrebbe inoltre interessato 27 attività tra ristoranti, rivendite (legali e abusive) e Centri di Smistamento di prodotto.
“Complessivamente – continua il comunicato – sono state contestate 9 violazioni amministrative per un valore complessivo di 45.000 euro. Inoltre per due ristoranti cagliaritani, viste le gravi irregolarità riscontrate in materia d’igiene, l’ASL ha emesso altrettante ordinanze di sospensione dell’attività (chiusura del ristorante) sino all’ottemperanza delle prescrizioni impartite.
Il Sian ha inoltre contestato l’inidoneità dei locali di un esercizio all’immagazzinamento degli alimenti, situazione che ha portato al sequestro di 50 kg di pesce e al sequestro amministrativo del locale stesso”.
“Si rivolge un appello ai consumatori che hanno a cuore la propria salute e la biodiversità marina, affinché evitino l’acquisto della polpa dei ricci smerciati in bancarelle: nessun rivenditore ambulante è autorizzato a confezionarla né a somministrarla come condimento dei cibi.
In ogni modo, è vietato vendere la polpa di riccio all’interno di contenitori improvvisati e privi di regolare etichettatura: il contento non è conforme alle norme sull’igiene e con tutta probabilità proviene da ricci non commercializzabili legalmente perché pescati sottomisura (il diametro minimo previsto dalle norme di tutela è di 50 mm, esclusi gli aculei)” conclude il Corpo Forestale.