Il team di Gian Luca Marcialis, in stretta cooperazione con gli specialisti degli atenei di Bari, Foggia e Napoli “Federico II”, in prima fila contro una delle piaghe sociali del terzo millennio. Al progetto triennale finanziato con un milione di euro dal Miur collabora la Polizia postale
Ingegneria del presente e del futuro. Gian Luca Marcialis (docente di Ingegneria industriale e dell’informazione al Diee, Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica, Università di Cagliari) è il responsabile scientifico dell’unità cagliaritana del progetto “BullyBuster – A framework for bullying and cyberbullying action detection by computer vision and artificial intelligence methods and algorithms”. Finanziato con 1.056.819,14 euro, il massimo importo ammissibile, dal Miur (Ministero istruzione, università e ricerca) il progetto è basato sull’intelligenza artificiale e, se necessario, può allertare anche le forze dell’ordine.
Piaga sociale. L’app per cellulari e pc “BullyBuster” servirà per segnalare e individuare episodi di bullismo e cyberbullismo. I quattro atenei affrontano congiuntamente il problema per sconfiggere una grave piaga sociale, diffusa nelle scuole e in rete. “BullyBuster” (AcchiappaBulli) grazie al supporto informatico, prevede una mappa online su cui annotare in tempo reale segnalazioni per richiedere interventi contro episodi di bullismo commessi per strada, a scuola o nei luoghi chiusi. Nell’iniziativa è coinvolta anche la Polizia Postale, che collaborerà ai casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori dell’applicazione. I bulli saranno delineati nei loro comportamenti dalle equipe di psicologi e le azioni da intraprendere sono rese possibili grazie ai giuristi che si baseranno sulle leggi.
“Il progetto – spiega Gian Luca Marcialis – consiste in un avanzato programma basato sull’intelligenza artificiale, in grado di registrare se in una piazza, una via o una stanza, oppure durante una comunicazione sui social o sul cellulare si stiano compiendo azioni prepotenti e violente, minacce o ingiurie. L’acchiappabulli sarà in grado di proteggere le vittime segnalando un atto di bullismo in corso, ovunque esso sia compiuto, nella vita reale o nella realtà virtuale, e di allertare, se il caso, le forze dell’ordine di un pericolo imminente”.
Il team di esperti delle quattro università è specializzato in ambito tecnologico, dell’intelligenza artificiale, giuridico e psicologico. I ricercatori, provenienti da territori dove il fenomeno è sentito, daranno al Paese il primo strumento reale per combattere il bullismo. “Lo stiamo progettando pensando – rimarca il professor Marcialis – a famiglie, studenti, scuole e forze dell’ordine”.