“In relazione all’attività della magistratura che ha inquisito centinaia di pastori dopo le proteste di febbraio, lasciamo che la giustizia faccia giustamente il suo corso, ma non possiamo non sottolineare che una cosa è il riversamento del latte per le strade, atto certamente compiuto con grande tristezza, altro è la minaccia, la sopraffazione, l’apertura delle cisterne, la distruzione di altri prodotti agro-alimentari”. Lo afferma Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna che condanna l’attentato nei confronti dei un collaboratore del caseificio Pinna di Thiesi.
“Le Organizzazioni agricole sono state tenute lontane dalla protesta e accusate ingiustamente di non avere a cuore le sorti dei pastori – aggiunge – ma questo non ci esime da una corretta presa di posizione in difesa di chi ha solo, e senza danni, rivendicato una giusta remunerazione del proprio lavoro con azioni, quelle legittime, che hanno avuto grande solidarietà da parte dei cittadini”.
Secondo il direttore dell’organizzazione, Pietro Tandeddu, “il malumore che serpeggia nel mondo pastorale è giustificato da un prezzo del latte, stabilito a saldo della campagna 2018/2019, non equo rispetto al mercato reale. Pertanto, l’assessora dell’agricoltura, d’intesa con la ministra, convochi immediatamente le rappresentanze di chi vende latte e quelle dell’industria privata che acquista per rideterminare onestamente un diverso saldo per la campagna pregressa e l’acconto per la campagna che sta per partire. Subito dopo – conclude – si riapra il confronto regionale e nazionale sui problemi strutturali della filiera”.