Mauro Pili, il leader di Unidos, con un video su Facebook mostra l’intercettazione di un carico di bombe illegali che viene collocato, all’interno di quattro container, su navi mercantili che partono dal Porto Canale per poi dirigersi in Turchia.
“Bombe italiane per il regime sanguinario di Erdogan” scrive invece sul sito di Unidos.
“Stamane il carico di morte dal porto canale di Cagliari, poi direzione La Spezia sino al ritorno ad Istanbul. Nonostante la legge italiana vieti la vendita, il trasporto e il transito sul territorio nazionale di armi destinate a paesi in guerra stamane al Porto Canale di Cagliari è andato in scena l’ennesimo carico di morte questa volta per la Turchia. Bombe di ogni genere destinate al regime sanguinario di Erdogan al quale l’Italia fornisce, solo per contratti in essere, ben 360 milioni di euro di armamenti. Stamane all’alba al molo rinfuse del porto industriale cagliaritano, in un luogo marginale e insospettabile, ha attraccato la nave Safiya Ana, battente bandiera turca, da due giorni in rada nel porto di Cagliari”.
“La nave – sottolinea il leader di Unidos – seppur da sempre destinata al carico di merci rinfuse, è stata per l’occasione utilizzata per caricare quattro container carichi di non meno di 400 bombe Mk 82. Si tratta delle micidiali bombe prodotte dalla fabbrica RWM tedesca nella zona artigianale di Domusnovas. Il carico si configura, rispetto alla legge italiana, fuorilegge proprio perché l’Italia non può fornire armamenti a Stati in guerra. Il silenzio del ministero degli esteri e della difesa rispetto alle autorizzazioni date per la vendita di circa 360 milioni di euro di pericolosissimo materiale bellico al regime di Erdogan costituisce la più evidente prova di uno Stato ipocrita che condanna l’attacco ai curdi e, poi, invece gli consente di acquistare un vero e proprio arsenale di bombe in Sardegna”.
“Ancora una volta i signori della RWM hanno tentato di nascondere questo ennesimo carico utilizzando una parte del porto canale destinata al carico e scarico di grano, sale, prodotti per le lavorazioni chimiche ect. con ridicoli stratagemmi per tentare di far passare questo ennesimo carico di morte nel silenzio più assoluto” denuncia Pili.
“La RWM non è nuova a questi atteggiamenti considerato che la sua produzione di morte non si è mai fermata. Solo nel 2018 sono state autorizzate alla società tedesca made in Sardinia bombe di entità impressionante come le 4.160 bombe Mk 84 da 2000 libbre e le 6.300 bombe Mk 82 da 500 libbre. Affari registrati ancor prima del conflitto per quasi 300 milioni di euro. Produzione di morte non solo sulle spalle delle popolazioni colpite dal criminale turco ma anche per la speculazione che si consuma in un territorio povero come il Sulcis con lavoratori che vengono assunti per poche settimane con contratti a tempo determinato che molto spesso non superano nemmeno il mese”.
“Un vero e proprio sfruttamento coperto da tutti” aggiunge Mauro Pili. “Una situazione insostenibile sulla quale il governo, così come le autorità locali, continuano a mantenere un atteggiamento ipocrita e complice. È giusto, invece, denunciare e sapere che lo Stato italiano copre il regime sanguinario di Erdogan e, anzi, avalla i suoi comportamenti con l’autorizzazione alla vendita di ogni genere di armamento criminale utilizzato contro le popolazioni curde. E’ necessario denunciare tutto questo perché si sappia che anche le autorità preposte non sono ancora intervenute per bloccare questo traffico illegale di bombe. La coscienza di un popolo e di uno Stato dovrebbero indurre all’immediato blocco di qualsiasi vendita di armi ad un regime sanguinario impegnato in guerre nefaste che provocano migliaia di morti in aree prossime all’occidente provocando milioni di profughi e immensa povertà!”.