È Marco Calderoni, terzino del Lecce, a rovinare la festa al Cagliari, che già pregustava l’aggancio al terzo posto. Il diagonale vincente in piena zona Cesarini stoppa la fuga degli isolani, rimasti in 9 contro 10 nel parapiglia finale con tre espulsi in pochi minuti, dopo che grazie al micidiale uno-due di Joao Pedro e Naingollan stavano già pregustando sogni di gloria. Ed il Lecce in versione ‘araba fenice’, con un finale tutto cuore, con Lapadula e Calderoni raggiunge in extremis gli isolani.
Ma sono proprio i rossoblù a gettare letteralmente alle ortiche un successo che già sembrava in cassaforte. Prima la leggerezza di Cacciatore – parata di mano sulla linea per il rosso e il rigore contro – poi la folle reazione di Olsen su Lapadula una volta realizzato il penalty dell’ 1-2, hanno difatti pregiudicato un successo che sembrava già aver preso la strada isolana. Unica consolazione il dodicesimo risultato consecutivo, e quarto posto in condominio con la Roma.
Il Lecce, ancora alla ricerca del primo successo interno stagionale, continua a muovere la classifica ed ottiene un meritato pareggio, raggiunto con una clamorosa rimonta. Passata la bufera di acqua abbattutasi ieri sera al Via del Mare, si riparte con i medesimi schieramenti. Liverani sceglie La Mantia in avanti con Lapadula; senza Mancosu c’è Shakov. Nessuna novità per il Cagliari, e scelte di Maran confermate quella della vigilia, con il triangolo di attacco Nainggolan-Simeone-Joao Pedro.
La prima mezz’ora scorre via senza particolari sussulti, che solo un episodio può cambiare. Un innocuo cross di Cacciatore viene deviato in angolo da La Mantia. Intervento del Var che rileva il tocco di braccio: rigore e Joao Pedro (30′) spiazza dal dischetto Gabriel, per il vantaggio del Cagliari e per il suo settimo sigillo stagionale. Gli ospiti cominciano a guadagnare metri, ottenendo una supremazia territoriale mancata sino al gol, ed i primi 45′ vanno in archivio con il Cagliari che trova il vantaggio con l’unico tiro nello specchio. I padroni di casa, nonostante la buona volontà, concretizzano poco. Si riparte ed il Lecce riparte con uno spirito diverso e maggiore spinta offensiva.
Ci vuole il miglior Olsen (52′) a sbarrare la strada a Lapadula che calcia a botta sicura. Ma è il Cagliari che sembra mettere il suggello definitivo alla gara. Tabanelli sbaglia il rinvio e serve su un piatto d’argento la sfera a Naingollan (67′), che dal limite dell’area con una botta secca di destro fulmina Gabriel, per il raddoppio isolano. Liverani inserisce l’ex Farias (69′), che alla fine si rivelerà elemento decisivo. Il veleno è nella coda. Cacciatore si sostituisce a Olsen e stoppa di mano la sfera: rosso diretto e penalty. Lapadula dal dischetto non sbaglia (83′), e nel tentativo di recuperare il pallone per la ripresa del gioco va a contatto con Olsen: scintille tra i due con manata dello svedese e reazione dell’attaccante. Rosso diretto e doccia anticipate per entrambi. Maran corre ai ripari (87′): dentro il secondo Rafael e fuori Naingollan. Il Lecce crede nel clamoroso pareggio. Sette di recupero e Calderoni, come contro il Milan, trova il diagonale vincente (92′) per 2-2 definitivo.
Maran: “Pareggiato per colpa nostra”
“C’è tanta rabbia, eravamo avanti per 2-0 fino all’80’, poi per colpa nostra abbiamo pareggiato. Ci serva da lezione, il calcio è così, c’è poco da fare. Peccato, avevamo in pugno la gara, comunque è un risultato positivo che allunga la serie positiva. C’è anche rabbia, però”. Intervistato da Sky dopo Lecce-Cagliari, il tecnico della squadra sarda Rolando Maran non nasconde il proprio rammarico per il risultato. Sull’espulsione del suo portiere Olsen, per le reciproche scorrettezze con Lapadula, Maran dice che “è inutile star qui a discutere, sono cose che non dobbiamo commettere. Ne parlerò a mettere fredda con il ragazzo. Lui è una persona seria, che si impegna sempre, forse ha subito una mezza provocazione. Non deve essere così, ma già ne abbiamo parlato troppo e certe cose possono complicarci la vita. Lapadula? Sia lui che Olsen si affrontano, molto spesso accadono questi gesti, per entrambi la sanzione deve essere la stessa, da quello che ho visto”. “Nainggolan? – conclude il tecnico del Cagliari -. Radja è un uomo squadra, tutti sono corsi ad abbracciarlo dopo il gol, sta crescendo di condizione, è un talento naturale. Sono felice per lui, peccato che il suo gol non abbia portato i tre punti”.