Italia nostra Sardegna (associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale), insieme al Comitato Riconversione RWM, a Cagliari Social Forum, all’Assotziu Consumadoris Sardigna, al Centro Sperimentazione Autosviluppo e al PCI Sulcis Iglesiente, tramite comunicato esprime la preoccupazione e l’allarme per il disastro che potrebbe capitare a Iglesias e comuni limitrofi in caso di incidente.
“Alla luce del grave incidente avvenuto il pomeriggio del 20 novembre scorso alla fabbrica di fuochi artificiali Costa, in cui hanno perso la vita cinque persone, ci dobbiamo chiedere come è possibile che una fabbrica di esplosivi ed ordigni militari, come quella di RWM Italia S.p.a. che opera in Sardegna,
nel territorio di Domusnovas-Iglesias, possa ancora oggi farlo senza tener conto della salute e dei rischi alla sicurezza di lavoratrici, lavoratori e popolazioni del territorio.
Non è certo la prima volta che accade; un incidente è avvenuto anche il 14 marzo scorso, provocando una vittima a Gesualdo, in provincia di Avellino e un altro ancora più grave nel 2015, che rase al suolo una fabbrica di fuochi di artificio a Modugno, causando la morte di 10 persone. In quel caso si parlò apertamente di violazione delle norme sulla sicurezza.”
“Giustamente il Codacons – continua il comunicato stampa – chiede più controlli e ricorda che le vittime provocate da esplosioni, nelle sole fabbriche di giochi pirotecnici dal 2000 ad oggi, sono addirittura 68. Le fabbriche di esplosivi sono infatti impianti estremamente pericolosi, e sono perciò soggette a una
normativa speciale che riguarda gli ‘stabilimenti a rischio di incidente rilevante’ che prevede controlli e misure di sicurezza stringenti e rigorosi, ma che purtroppo non sempre vengono rispettati. Nel caso di RWM, ad esempio, una parte dello stabilimento dove sono stoccate quantità incredibili di liquido infiammabile, è ubicata a 400 mt. dal centro urbano di
Iglesias e non a 4 km come prevede la vigente normativa”.
“Il piano di emergenza ancora oggi in vigore è ormai del tutto obsoleto e inadeguato – lamentano le associazioni – infatti:
– la produzione per uso civile descritta nel piano di emergenza per le aree esterne era cessata del tutto già a dicembre 2012, le relative linee di produzione sono state dismesse e i locali
riconvertiti alla fabbricazione di esplosivi e di ordigni militari. La produzione militare è stata invece di molto incrementata, passando dalle appena 500 tonnellate/anno (200 di esplosivo di
tipo PBX e 300 di esplosivo a base di TNT) del 2012 alle attuali 6.000 tonnellate/anno, con un incremento di ben 12 volte (+1200%) rispetto a quanto indicato nel piano di emergenza delle
aree esterne attualmente in vigore.
Il comma 5 della legge 21 prevede che il Prefetto rediga il PEE «entro due anni dal ricevimento delle informazioni necessarie da parte del gestore». La legge prevede inoltre che il Piano debba essere obbligatoriamente aggiornato ogniqualvolta si determinano variazioni significative nella produzione. È appunto il caso della RWM”.
“Nessuna modifica al Piano di Sicurezza delle Aree Esterne è mai stato apportata dal 2012 a oggi. Numerose associazioni del territorio hanno infatti contestato la legittimità dei provvedimenti che hanno autorizzato queste opere, presentando:
1) il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sardegna contro la licenza edilizia rilasciata dal comune di Iglesias ai nuovi reparti R200 ed R210, presentato il 7 gennaio 2019;
2) il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la licenza edilizia rilasciata dal comune
di Iglesias per il nuovo poligono per test esplosivi Campo Prove R140, depositato il 18 novembre 2019 lamentano ancora le associazioni nel comunicato stampa”.
“Entrambi i ricorsi sono tuttora pendenti. Lo stato di elevato rischio nella gestione della sicurezza dello stabilimento produttivo di RWM a Domusnovas-Iglesias è stato oggetto di un esposto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, presentato ad aprile 2019. Al momento nessun provvedimento è stato preso e la situazione, dal punto di vista della sicurezza, è immutata.
Viene da chiedersi se è proprio necessario che si verifichi una tragedia perché le esigenze di sicurezza vengano prese finalmente in esame. Evidentemente la sicurezza della popolazione viene sempre per ultima quando ci sono da tutelare interessi e profitti che vengono dal commercio delle armi e dalla guerra.
Le lavoratrici e i lavoratori di RWM così come le popolazioni di Domusnovas, Iglesias, Musei e zone limitrofe si sentono realmente al sicuro?” termina la nota Italia Nostra Sardegna.