La Cisl bacchetta la Giunta regionale sui ritardi nella predisposizione del Def per il 2020, Programma pluriennale di sviluppo 2020-2026, Ddl di Stabilità e il Bilancio 2020. E si prepara ad una nuova mobilitazione che partirà dai territori e dai diversi comparti produttivi dell’Isola “per una grande rivendicazione sociale per il lavoro, lo sviluppo, l’inclusione sociale e la lotta alle povertà in Sardegna”.
Il Comitato esecutivo del sindacato parla di “grave fase di stagnazione delle decisioni politiche, da assumere con urgenza sia da parte della Giunta regionale che del Governo nazionale”. In particolare, poi, la Cisl ritiene che la Giunta debba individuare alcune “priorità di valenza strategica” e chiede risposte sui problemi delle vertenze produttive ancora insolute. A cominciare dalla questione energetica, quindi metano e transizione energetica, che non può rimanere appesa alle incertezze e alle opinioni dei singoli partiti e di alcune istanze istituzionali, ma devono essere orientate al bene comune e al riequilibrio degli svantaggi competitivi e sociali di cui imprese e famiglie sarde sono vittime senza colpa alcuna”.
“Urgente è pure la ridefinizione della continuità territoriale marittima ed aerea e il riconoscimento dello status di insularità come statuto positivo da parte del Governo e dell’Unione Europea, da cui derivare provvedimenti legislativi e risorse atte a ridurre gli svantaggi e affermare le peculiarità della Sardegna – osserva ancora la Cisl – Quindi la messa a punto di un programma pluriennale di opere pubbliche e infrastrutturali da completare e attuare; un piano di politica attiva per il lavoro e formazione; un piano pluriennale di integrazione sociale e di tutele a favore della terza età e della non autosufficienza”. Infine “occorre affrontare il tema dello spopolamento e della continua ed inarrestabile emigrazione dei giovani sardi dall’isola”.