Otto campioni, prelevati dal gruppo di oltre una cinquantina di maiali allo stato brado illegale abbattuti lo scorso 15 novembre nelle campagne di Orgosolo, sono risultati sieropositivi per Peste suina africana. Un dato che, rispetto ai controlli sui maiali bradi abbattuti negli anni passati, registra una presenza di capi infetti cinque o sei volte inferiore. E’ quanto emerge dalle analisi di laboratorio effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) della Sardegna che comunicato i risultati all’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana.
“Il riscontro odierno conferma che il pascolo brado è pratica ad altissimo rischio per la trasmissione del virus. Tuttavia, con le attività di depopolamento portate avanti, soprattutto dalla fine del 2017 – ha spiegato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada -, e quindi con meno suini bradi in circolazione che fanno da vero contenitore del virus, abbiamo avuto una forte riduzione della trasmissione della malattia e di fatto un radicale miglioramento della situazione epidemiologica. Con il diradamento dei maiali bradi si ha un quadro sempre più incoraggiante nel processo di eradicazione”.
“Ora ha aggiunto Laddomada – come convenuto con il Commissario europeo alla Salute e sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, in visita in Sardegna proprio la settimana scorsa, dobbiamo continuare nelle azioni di depopolamento degli ultimi branchi presenti illegalmente nei territori a cavallo tra Barbagia e Ogliastra. Solo raggiungendo questo importante obiettivo – ha concluso – la Commissione Europea, nel giro di breve tempo, potrà rivedere la normativa che impedisce alla Sardegna di vendere oltre mare le proprie carni suine e i suoi derivati, così da ridare slancio a un comparto messo all’angolo e mortificato da oltre 41 anni di restrizioni dovute alla presenza della Peste suina africana”.