Mentre sono già oltre 7000 le firme della petizione per la moratoria della pesca dei ricci di mare in Sardegna, il Gruppo d’intervento Giuridico lancia un nuovo allarme. “La situazione è davvero grave e necessita forti misure di salvaguardia, quantomeno la sospensione della raccolta dei ricci per almeno tre anni”, sostiene l’associazione ecologista che punta il dito contro la Regione. “La pessima politica ambientale regionale in materia rischia molto seriamente di far sparire dai nostri mari i ricci.
Allora chiediamo a gran voce ai ministri delle risorse agricole e dell’ambiente e all’assessore regionale dell’agricoltura una moratoria di tre anni della pesca dei ricci, monitoraggi marini e provvedimenti di sostegno ai pescatori temporaneamente impossibilitati alla pesca”.
La nuova denuncia del Grig arriva dopo l’acquisizione dall’Assessorato dell’agricoltura, dopo istanza di accesso civico, del rapporto dell’Agenzia Agris del 14 ottobre sul monitoraggio dei ricci nei mari sardi.
“I dati sono semplicemente drammatici – spiega il Grig – la pesca da un livello ‘stagionale’ e marginale degli anni 80 ha assunto sempre più caratteristiche ‘industriali’: nella tradizione del consumo dei ricci non esisteva l’uso delle gonadi di riccio conservate per la preparazione di pietanze che invece attualmente rappresentano la principale forma di vendita ed inoltre la stagione di raccolta e relativo consumo fresco avveniva esclusivamente nella stagione invernale.
Sono necessari dai 295 ai 1.212 ricci, in base alle dimensioni, per ricavare un chilo di polpa e in 10 anni risultano prelevati dai pescatori professionisti ben 25.320.776 ricci. E’ necessario segnalare come i libretti restituiti rappresentino solo il 65% dei consegnati, cioè il 35% dei pescatori professionisti non riconsegna il libretto annuale dove deve annotare il numero dei Ricci pescati. A questi bisogna aggiungere quelli prelevati dalla pesca amatoriale e quelli, incalcolabili, frutto di pesca abusiva”.