No alle ipotesi di tariffe differenziate rispetto alle altre Regioni per i servizi di distribuzione del gas in Sardegna. L’indicazione perentoria arriva dalla Regione nelle controdeduzioni inviate oggi sul documento di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che il 15 ottobre scorso aveva prospettato un ambito tariffario separato per l’Isola. E questo avrebbe l’effetto di aumentare i costi in bolletta per i cittadini sardi.
La Regione chiede adesso di rivedere questa ipotesi e di “garantire agli utenti civili e industriali delle zone non ancora metanizzate, e in condizioni particolari di svantaggio, il diritto a poter disporre del gas naturale a prezzi sostenibili”. Questo, anche “nel’ottica del perseguimento della decarbonizzazione”.
L’assenza di metano, infatti, “comporta l’impiego di vettori altamente impattanti sull’ambiente”, spiegano da viale Trento. No, dunque, a un ambito separato mentre si ribadisce “la richiesta di valutare l’ipotesi di accorpamento all’ambito centrale (Toscana, Umbria e Marche) o centro-sud orientale (Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata)”. Oltretutto, spiega l’amministrazione Solinas, “la perequazione risulta necessaria per compensare le intrinseche criticità derivanti dalla condizione geografica e di mercato”. “La Sardegna – si legge nel documento inviato ad Arera – sconta uno svantaggio derivante dalla condizione di insularità e dalla conseguente difficoltà di approvvigionamento del gas naturale, dal ritardo infrastrutturale, dalla ridotta dimensione del mercato e dalla scarsa concorrenza con possibile creazione di monopoli”.