Una fetta di torta che diventa sempre più piccola man mano che si sale. Nelle Università italiane va così: il numero delle studentesse supera quello dei colleghi maschi. E ci sono più donne che uomini anche tra gli assegnisti di ricerca. Da quel momento in poi iniziano i dolori: la quota diventa sempre più piccola rispetto ai colleghi. Il sorpasso è nel numero dei ricercatori.
Poi gli uomini prendono il largo: professoresse associate circa un terzo rispetto ai colleghi, ordinari un quarto. Sino ad arrivare a uno spicchio per le rettrici: è un universo quasi del tutto maschile. Sono alcuni dei dati presentati da Luigi Raffo, delegato della rettrice in materia di progetti internazionali per l’Università di Cagliari, in occasione del workshop “Adottare strategie di genere nelle organizzazioni di ricerca – Le esperienze di Università degli studi di Cagliari e Regione Autonoma della Sardegna nel contesto europeo”. Raffo è il responsabile di Supera, progetto finanziato dalla Comunità Europea che sta consentendo a quattro università europee e due enti che finanziano la ricerca di mettere in atto piani di equità di genere, supervisionati da alcuni tra i maggiori esperti europei nel campo della progettazione e del monitoraggio di politiche di genere. Di particolare rilievo il contributo di Maxime Forest, ricercatore esperto in politiche di genere dell’Università di Parigi Sciences Po e responsabile del monitoraggio interno del progetto Supera.
“L’obiettivo non è quello di avere da domani all’Università alcune ricercatrici in più a scapito di ricercatori – ha spiegato Raffo – ma di mettere tutti e tutte noi nella condizione di lavorare al meglio, per sviluppare una carriera di qualità, in un ambiente sereno e inclusivo, ben bilanciando carichi personali e di lavoro, per permettere alle migliori professionalità di emergere a prescindere dalla loro appartenenza di genere”. Importante, ha sottolineato Simona Corongiu, una delle referenti del progetto, il coinvolgimento del territorio, dalla Regione a Sardegna Ricerche, passando per Crs4 e l’associazione Giulia giornaliste Sardegna.