“È il momento di dare la possibilità a tanti imprenditori che credono nel settore di poter valorizzare il loro lavoro”. È l’appello di Tonio Moi, allevatore affermato di Seulo, quando manca poco al seminario “Presutu, il prosciutto di Seulo”, con l’obiettivo di approfondire le conoscenze sul mondo suinicolo grazie al coinvolgimento di esperti del settore.
Vi proponiamo il suo scritto integrale:
Perché un paese della Barbagia chiama a confronto esperti gastronomici e politici regionali il prossimo 26 ottobre? Perché si vuole rendere protagonista di una battaglia non ancora vinta. Quale? Stiamo parlando di Peste suina africana. Un annoso problema, che affligge la nostra Isola da decenni.
Il prossimo incontro a Seulo, che ha individuato il prosciutto come una delle risorse economiche del suo territorio, assume un’importanza fondamentale. Da anni la comunità seulese si distingue nell’allevamento del maiale virtuoso e certosino, attenendosi sempre alle regole che la Regione Sardegna ha imposto per arginare il problema della Psa.
Seulo è un paese con forte coesione sociale: sono sempre stati gli stessi allevatori a condannare sporadici episodi di persone che hanno cercato di aggirare le regole e la profilassi. La comunità può vantarsi di ben 90 allevamenti regolari e svariate centinaia di macellazioni. Il controllo è stato garantito dal lavoro estremamente professionale del servizio veterinario del distretto di Isili. I ragazzi, capeggiati da dottor Mario Lai, sono stati e saranno sempre una pedina importante per il monitoraggio delle attività che riguardano il settore suinicolo del territorio. Grazie a loro e al loro aiuto, chiunque può raggiungere obiettivi più strutturati di un classico allevamento per consumo familiare.
La nostra comunità si è accorta di un grande potenzialità a livello enogastronomico. È il momento di dare la possibilità a tanti giovani che credono nel settore di poter valorizzare il loro lavoro, cercando sempre metodi tradizionali di lavorazione e maturazione dei derivati del maiale, senza mai dimenticare l’importanza della bio-sicurezza.
Occorre distinguerci e non cadere nella standardizzazione dei prodotti che il mercato e la grande distribuzione ci impone. Per questo chiamiamo a confronto noi allevatori insieme alle persone che in questo momento rappresentano la nostra Regione e che si occupano di allevamento e zootecnia e sanità animale. Il fine è quello di cercare di dare alla Regione Sardegna la possibilità di creare un progetto che parte dal basso, per dare ossigeno ai piccoli imprenditori che credono in questo ambizioso prodotto, agevolando il disagio di marginalità dei nostri territori.
Allo stesso tempo serve unire le nostre capacità di allevamento del maiale in modo più naturale possibile dando vita un prodotto unico, come appunto il prosciutto di montagna, che faccia da traino per tutto il settore suinicolo della Sardegna. E quale territorio, se non il più fertile e coeso di Seulo?
Tonio Moi
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