Continua a salire il bilancio dei morti causati dal tifone Hagibis in Giappone, mentre vanno avanti le operazioni di soccorso nelle regioni centro-orientali dell’arcipelago. Secondo le ultime rilevazioni del canale pubblico Nhk il numero delle vittime raggiunge quota 42, al quale si aggiungono 15 dispersi e quasi 200 feriti nel corso del fine settimana.

Migliaia di case al buio, allagamenti e inondazioni con l’acqua che è arrivata fino ai primi piani dei palazzi. Il tifone Hagibis è il più devastante degli ultimi 60 anni. In ampie aree del Paese, dalla capitale Tokyo alle prefetture circostanti, a est di Shizuoka e a nord di Saitama, ci sono stati cedimenti degli argini e straripamenti dei fiumi. Il ministero delle Infrastrutture nipponico ha riferito che almeno 10 sponde di nove fiumi sono crollate all’alba di domenica dopo le violente piogge torrenziali che hanno fatto strada al potente Hagibis. Nella serata di sabato, a Tokyo, il fiume Tama – che attraversa il distretto di Setagaya – aveva rotto gli argini, allagando quartieri residenziali insieme a diverse infrastrutture stradali. Situazione analoga nelle città di Nagano e Ueda, a nord ovest della capitale, dove il fiume Chikuma ha spazzato via gli argini nel mezzo della notte inondando ampie sezioni dell’area urbana, con l’acqua che è salita fino ai primi piani delle abitazioni, costringendo i residenti a cercare rifugio sui tetti. Dal momento che il crollo delle sponde del fiume è avvenuto durante le ore notturne, precisano le autorità, è probabile che si debbano aggiungere altre vittime, sorprese nel sonno, al già tragico bilancio. Al momento si contano almeno 33 vittime, 20 dispersi e 177 feriti.