Incontro fuori programma per Alessandra Todde, a Cagliari per un tavolo con la responsabile regionale dell’Industria, i sindacati, Confindustria e Confapi. Ad attendere la sottosegretaria del Mise all’ingresso del palazzo dell’assessorato c’era una delegazione dell’Eurallumina guidata dall’Rsu Antonello Pirotto. Il sindacalista ha chiarito subito che “senza metano e proroga del phase out sul carbone abbiamo finito”. “Ma sapete che se il metano arriva, arriva tra dieci anni? Non è che i tubi della dorsale si poggiano in un giorno”, è stata la risposta della sottosegretaria.
Poi rivolgendosi ai giornalisti: “Non ho alcuna strada da indicare perché sono qui per ascoltare l’agenda che l’assessora Anita Pili e la Regione hanno in programma per lo sviluppo industriale dell’Isola”. Tuttavia, “ricordo che il metanodotto è un progetto di lunga durata, non è che uno stende i tubi e questi tubi poi sono resi operativi in poche settimane: noi dobbiamo ricordarci che i poli industriali hanno bisogno di energia elettrica”.
Pirotto ha ricordato alla sottosegretaria che rappresentano 1.450 famiglie: “abbiamo resistito dieci anni e difeso le industrie del nostro territorio, il Sulcis Iglesiente, industrie operative che devono rispettare tutti i crismi ambientali e continuare a produrre beni per il Paese. Con la Regione – ha proseguito il sindacalista – abbiamo un rapporto serio, ci auguriamo di averlo anche con il governo, sino a poco tempo fa abbiamo riscontrato una chiusura totale. Siamo gente seria che ha bisogno di lavorare”. “E allora troverete interlocutori seri”, è stata la replica di Alessandra Todde.
Come il presidente del Consiglio Giuseppe Conte anche la sottosegretaria del Mise, Alessandra Todde, pur riconoscendo l’esistenza di un problema energetico in Sardegna, non manifesta particolare convinzione sull’efficacia della soluzione individuata nella dorsale del metano.
“Il premier ha parlato di elettrodotto – chiarisce alla fine dell’incontro con l’assessora Anita Pili, i sindacati, Confindustria e Confapi – e oggi abbiamo discusso di metano, ma io ho chiesto di poter valutare il tema senza pregiudizi, senza soluzioni preconfezionate, credo che si debbano prendere in considerazione tutte le soluzioni, e capire quale sia quella migliore per l’Isola dal punto di vista della sostenibilità e dell’utilità”. La sottosegretaria ricorda che “un sistema energetico è fatto di tutti i pezzi: le navi che portano il gas, i rigassificatori, i depositi che dovranno contenere questo gas, i tubi che lo devono far passare”. Ebbene, “la dorsale – ribadisce – è solo un pezzo di questo sistema che però è importante vedere nel suo complesso”. Sulla questione del phase out dal carbone entro il 2025, e la richiesta della Sardegna di far slittare il termine al 2030, Alessandra Todde ammette che “il tema va affrontato”.
Ancora però non è a conoscenza della convocazione di un secondo tavolo con la Regione. “Lo aspettiamo – precisa l’assessora Pili – si sarebbe dovuto tenere a settembre, poi è saltato. Capiamo la crisi di governo, ma ora deve essere affrontato il problema: per noi è urgente comprendere che tipo di transizione dovrà affrontare la Sardegna nel passaggio tra fonti fossili e rinnovabili”.
Ad ogni modo, sottolinea l’esponente della Giunta Solinas, “apprezziamo che la sottosegretaria si sia resa disponibile ad attivare un percorso interistituzionale tra Regione e Ministero: speriamo che serva ad avere risposte urgenti su temi che non possono aspettare”. La sottosegretaria non ha ancora alcuna delega. “Per il momento il ministro mi ha chiesto di seguire i tavoli di crisi”, conferma Todde.