Qualcuno ha ricevuto un leggero sconto di pena, ma sostanzialmente sono state confermate le condanne inflitte in primo grado alla banda, operante tra la Sardegna e l’Emilia Romagna, che aveva progettato il furto delle salme di Enzo Ferrari, sepolto a Modena, e del tenore Luciano Pavarotti, dal camposanto di Montale Rangone, a pochi chilometri da Modena. Nel primo processo in abbreviato erano piovute condanne per un totale di circa 120 anni di carcere, ora la Corte d’Appello di Cagliari ne ha ridotto alcune, ma di fatto ha mantenuto invariato l’impianto accusatorio per i 18 imputati.
Per il presunto capobanda, l’orogolese Gianni Mereu “Caddina” (49 anni) – difeso dagli avvocati Patrizio Rovelli e Beatrice Goddi – si è passati da 20 a 18 anni, sette mesi e 20 giorni, in accoglimento delle richieste del pg Marco Ulzega e del collega Michele Incani.
Per effetto del patteggiamento in appello, il padovano Renato Bazzan (60 anni) ha avuto 7 anni e mezzo contro i 10 anni e due mesi del primo grado. Ridotte anche le condanne di Antonino Modafferi (39 anni) di Parma, che da 4 anni e 8 mesi è sceso a 4 anni e mezzo, Francesco Riillo (47 anni) di Isola Capo Rizzuto da 7 anni e 8 mesi a 6 anni e 10 mesi, e il nuorese Giovanni Succu (51 anni), 7 anni 11 mesi e 10 giorni anziché 8 anni. Per gli 13 altri imputati sono arrivate conferme. Tra 90 giorni la Corte presieduta da Giovanni Lavena depositerà le motivazioni della sentenza.