Sardegna quasi un continente, scriveva il poeta Marcello Serra. Ed è così che l’isola è stata convocata in Giappone per l’Islander Summit di Ishigaki, considerata quasi come un continente o una nazione a sé, insieme soltanto a Bali (Indonesia) e Kauai (Hawaii, Usa), per le sue peculiarità.
Tra queste certamente l’ambiente, gli stili di vita, il cibo e longevità: gli abitanti delle isole hanno in tutto il mondo corrispondenze e somiglianze. Ma non solo: esistono anche problematiche comuni rispetto alle quali si possono cercare e trovare, attraverso un confronto e uno scambio mirato, soluzioni condivise.
È questo il senso più profondo che ha spinto i giapponesi a costruire l’Islander Summit di Ishigaki.
La Sardegna è stata dunque convocata alla tavola rotonda organizzata nell’isola della Prefettura di Okinawa per portare la propria testimonianza e condividere le proprie esperienze su diversi temi: bellezze naturali, archeologia, salvaguardia dell’ambiente e stili di vita sostenibili, valorizzazione delle emergenze locali (il cibo e le tradizioni, le materie prime, il fenomeno della longevità, etc.) e tutto ciò che riguarda la nostra isola, comprese le difficoltà oggettive che da sempre affliggono – non solo i sardi- ma tutti gli isolani.
A rappresentare la Sardegna partiranno Andrea Corriga, coordinatore del progetto, Enrico Murgia, sindaco di Seulo, e infine Riccardo Porceddu, chef dell’Osteria Kobuta, che questa mattina in conferenza stampa, nella sala convegni dell’Holiday Inn di Cagliari, hanno spiegato il progetto e il programma del Summit.
“Il summit – Andrea Corriga, coordinatore del progetto – non prevede la presenza di personalità di governo ai più alti livelli, ma solo rappresentanti locali come sindaci, tecnici e esperti di insularità, longevità, sviluppo sostenibile, conservazione ambientale, società 5.0 come quella promossa in Giappone, ovvero quella che viene più banalmente chiamata la “società felice”, e ancora sarà trattato il tema della gastronomia. La manifestazione è organizzata attraverso tavole rotonde in spiaggia, un ambiente suggestivo, per ricercare una dimensione umana di incontro di culture diverse e buone prassi. Filo conduttore per tutti i Paesi sarà la gastronomia. Per noi in particolare sarà insularità e longevità. Mentre Bali si occuperà di ambiente, Kauai si occuperà di cultura e tradizione.
La visita dei giapponesi
“Abbiamo organizzato una visita guidata ai giapponesi – ha proseguito Andrea Corriga – quando sono venuti qui in Sardegna a marzo, nella sede di Progenia a Lanusei. La società si occupa di ricerche sull’invecchiamento. A seguire li abbiamo portati in un negozio di alimentari a km zero a Perdasdefogu, paese dove ha vissuto e vive la famiglia Melis, la più longeva del mondo. Non poteva mancare Seulo, dove con i giapponesi abbiamo passato una bellissima giornata insieme alla gente del luogo, abbiamo mangiato con le famiglie all’interno delle loro case, e ovviamente abbiamo gustato i loro formaggi e i prodotti dell’orto. Altra esperienza proposta ai nipponici è stata quella della conoscenza del padre, anche egli centenario, delle cantine Argiolas: sono state realizzate dalla’azienda pubblicazioni e e hanno inoltre dedicato un vino alla longevità. Mentre lo chef Riccardo Porceddu dell’Osterai Kobuta di Cagliari ha proposto loro un menù sardo giapponese”.
“Siamo stati chiamati – spiega Enrico Murgia sindaco di Seulo – a rappresentare tutta l’isola in Giappone e vivo e viviamo questa esperienza con emozione e riconoscenza, anche con senso di responsabilità per i temi da portare in rappresentanza della nostra terra, nel mio caso particolare la mia comunità di Seulo, che fa parte della blue zone, riconosciuta a livello internazionale: nelle blue zone c’è una aspettativa di vita più elevata, come tutti sanno. A tal proposito domani ricorre il centesimo compleanno di zia Albina Loddo, la 24esima centenaria del paese, che ricordo conta 800 anime. In suo onore domani ci sarà uan bella cerimonia. A Seulo, come in tutte le piccole comunità e nelle blue zone esiste un rapporto intimo tra natura e paesaggio che deve essere assolutamente recuperato, abbiamo un progetto di qualità della vita e ambientale che porteremo a in Giappone. Voglio chiarire che non ci facciamo portatori di formule magiche, ciò che stiamo andando a testimoniare è la reale vita dei nostri centenari, ovvero la loro anzianità attiva, il fatto che a 90 0 100 anni ancora vivano in maniera attiva e progettuale: hanno l’orto, hanno bestiame, producono alimenti, cucinano a km zero, alcuni ancora guidano l’auto. Altra particolarità è che il numero dei centenari a Seulo è sempre stato paritario tra uomini e donne, quindi non si può parlare di una longevità di genere”.
“Ho studiato negli anni – sostiene lo chef Riccardo Porceddu, dell’Osteria Kobuta – il discorso delle blue zone e ho cercato di fare mio il legame tra territorio, tradizione e prodotti locali. La mia cucina si è evoluta verso le contaminazioni giapponesi perché ho coltivato parallelamente lo studio della cucina giapponese andando anche lì. L’Osteria Kobuta è diventata la mescolanza tra territorio e prodotto e filosofia giapponese. Torno in Giappone orgogliosamente in veste di ambasciatore della gastronomia sarda, cercherò di raccontare i nostri saperi e i nostri sapori”.