La diffusione del gioco d’azzardo, che dà origine a una vera e propria patologia, è argomento quotidiano di dibattito e di approfondimento: Comuni, Regioni e anche lo Stato stanziano miliardi di euro per combattere la ludopatia, per contrastare la ‘facile ricerca della vincita’, ma basta un click su uno dei tanti giornali per cadere nella trappola del “e se avessi provato anche io?”.
Ci riempiamo la bocca di belle parole e buoni intenti, organizziamo convegni, iniziative e anche corsi di aggiornamento per giornalisti, ma la tentazione del click è sempre dietro l’angolo. Si proprio così, quando parliamo di vincite nel gioco d’azzardo ci cascano un po’ tutti, che siano 10.000 o 300.000 euro, è più forte la caccia alle visualizzazioni dell’etica professionale, calpestata con superficialità, incurante di milioni di vittime che soffrono in silenzio un male devastante.
Gli Ordini dei giornalisti regionali in giro per l’Italia organizzano seminari, corsi di formazione, per informare noi professionisti del ruolo fondamentale che giochiamo quando pubblichiamo una notizia, ma no, non c’è proprio nulla da fare, il business del click vince su tutto e tutti.
Il gioco d’azzardo crea false illusioni, ci porta a idealizzare situazioni non reali, ci ‘spenna’, con conseguenze devastanti, basta entrare in un qualsiasi bar per vedere decine, centinaia di persone ferme davanti a uno schermo, in attesa di un numero, un simbolo, una combinazione. E’ ora di dire basta!