“La riforma della sanità rimette al centro la domanda di salute che arriva dai territori e dai cittadini”. Lo ha ribadito il presidente della Regione Christian Solinas al termine del vertice di maggioranza convocato per illustrare la bozza ai tutti i consiglieri dello schieramento. “Quella di oggi è stata una discussione molto approfondita – ha detto – siamo partiti dall’analisi dell’evoluzione delle politiche sanitarie dagli anni ’90 fino ad ora e tutti ci siamo trovati d’accordo su un punto”.
Quale? “L’esigenza fondamentale per il cittadino è quella di avere le prestazioni sanitarie nei territori”, ha spiegato il governatore. Cioè, “avere un ente amministrativo che si chiami Asl, Usl o Assl non incide, ciò che conta è che nei territori restino gli ospedali, per questo ci sarà uno strumento di decentramento che prevede la divisione in distretti e dipartimenti e che consentirà ai territori di prendere parte alle decisioni”. Sul documento, Solinas ha chiarito che si tratta di “un testo unico organico che conterrà sia le norme nuove di riforma della governance sanitaria, sia quelle che restano in vigore ma che erano sparse in tanti provvedimenti del passato”.
Il capo della Giunta ha poi confermato che il testo include “un piano straordinario di interventi per migliorare il patrimonio edilizio sanitario ma anche per nuove realizzazioni”. Costruire “consentirà un notevole risparmio perché – ha sottolineato – strutture nuove possono garantire medie di performance più alte dal punto di vista della prestazione”. Già una settimana fa Solinas aveva parlato di entrata in vigore della riforma dall’1 gennaio 2020. Intenzione ribadita nel vertice: “Per la classe politica sarda sarà un esame di maturità: il Consiglio potrà migliorarla ma credo che quattro mesi siano sufficienti per l’approvazione”.
Un piano straordinario di edilizia sanitaria per la costruzione di nuovi ospedali e la riqualificazione di quelli esistenti, ma con una certezza: le piccole strutture dei centri periferici non chiuderanno. E’ uno dei pilastri della riforma sanitaria condivisi nel vertice di maggioranza convocato dal presidente Christian Solinas. Una bozza di testo unico composto da 48 articoli che passa dall’azzeramento dell’Ats, che diventa Ares (azienda che conserverà la gestione centralizzata degli acquisti), al ripristino delle Asl, cinque in tutto compresa la Gallura, e dà garanzie a tutti i territorio di adeguata copertura. Sono tre i nuovi ospedali che dovrebbero nascere: uno a Cagliari, uno ad Alghero e uno nel Sulcis. Obiettivo, assicurare un più alto livello qualitativo delle prestazioni.
Su questo l’opposizione di centrosinistra ha già annunciato battaglia. Schiarita, invece, nelle fila della maggioranza sulle rivendicazioni dei singoli territori: affermarne la centralità, tenendo conto di ogni specificità e chiarendo che nessun piccolo ospedale verrà chiuso, ha riportato il sereno tra i consiglieri del Sulcis, Ogliastra e Medio Campidano, realtà che non avranno la Asl ma probabilmente dei sub commissari. Una riforma che punta molto sulla semplificazione accorpando vecchie leggi e velocizzando i meccanismi burocratici. “Questo aspetto – ha sottolineato l’assessore alla Sanità Mario Nieddu – molto gradito da tutti”.
Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha parlato di “riforma innovativa che mette al centro dell’attenzione il paziente e ridà dignità al personale”. “L’impianto rispetta gli annunci fatti in campagna elettorale”, ha aggiunto il capogruppo di Fdi Francesco Mura. Per il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, si tratta di “un testo unico che snellisce, in linea con gli impegni presi”. “La bozza è buona – è l’opinione di Giorgio Oppi (Udc) – poi, trattandosi di 48 articoli, va letta bene”.