D’ora in avanti il Dna dei sardi sarà al sicuro. La Regione ha costituito una fondazione per tutelare i 230mila campioni contenenti il patrimonio genetico degli ogliastrini, popolazione considerata tra le più longeve al mondo e territorio inserito nella Blu Zone. Il sodalizio è stato presentato oggi a Perdasdefogu dal presidente di “Identità Ogliastrina” Flavio Cabitza con gli assessori regionali Quirico Sanna (Enti locali), Giorgio Todde (Trasporti) e Mario Nieddu (Sanità).
Neanche tre mesi fa la Procura di Lanusei aveva chiesto il rinvio a giudizio di 13 persone indagate per la lunga e complessa vicenda della sparizione di 27mila provette dai laboratori Genos di Perdasdefogu. Il gup esaminerà la richiesta di processo nell’udienza fissata per i primi di settembre. Ma intanto la Giunta guidata da Christian Solinas non è rimasta a guardare. Scopo della fondazione sarà preservare la detenzione in Sardegna degli isolati genetici e destinarli ai centri di ricerca dell’Isola per tutte le connesse utilizzazioni scientifiche.
“Oggi non possiamo permetterci di perdere nemmeno la più piccola opportunità – ha spiegato Cabitza – per la prima volta vedo una Giunta decisa a investire sulla ricerca”. Il presidente di “Identità ogliastrina” ha anche parlato di una “forte collaborazione tra l’Ogliastra e la Gallura dove sta nascendo un polo importantissimo per la ricerca, il Mater Olbia”. L’assessore Nieddu ha spiegato che “gli studi sul patrimonio genetico ogliastrino rappresentano un’occasione per tutta la Sardegna. Cercheremo il coinvolgimento delle università dell’isola e degli enti di ricerca. Nel progetto potrebbero essere impiegate parte delle risorse per la ricerca frutto dell’accordo con il Mater Olbia, che ammontano a 10mln l’anno”.
Todde ha ricordato che “l’Ogliastra è una delle zone blu, cinque in tutto il mondo, aree dove la concentrazione dei centenari è di interesse per l’intera comunità scientifica internazionale. Ogni azione rivolta alla ricerca sul patrimonio genetico e alla sua tutela non può che trovare il nostro favore”. Quirico Sanna ha voluto sottolineare che “il Dna è patrimonio di questa terra e qui resterà”.