Un’impresa con 8milioni e mezzo di crediti per lavori già fatti, che paga puntualmente i propri dipendenti ed è in regola con la contabilità, 120 famiglie che rischiano di perdere il proprio reddito, i fornitori e i consulenti tecnici in attesa di essere pagati. Così si vive sul lotto 2 della Sassari-Olbia, teatro oggi della protesta di imprese locali, lavoratori, sindacati e sindaci del territorio.
“Protestiamo per la gestione di Anas e l’assenza della Regione”, spiega Roberto Fiori, titolare di Movistrade, azienda sarda che su quel cantiere ha lavorato in appalto con tutte le società che si sono avvicendate. “Le capogruppo, non scelte da noi, non sono in grado di portare avanti l’opera e l’Anas non paga direttamente chi ha lavorato, i soldi stanziati dalla Regione sono bloccati a Roma”, spiega. Quasi sette milioni euro sul lotto 2, 928mila euro da incassare per il lotto 7, già collaudato, altri 400mila euro per il lotto 6 e 400mila euro per la statale 125 per Tortolì. “Anas non paga sebbene la legge lo consenta – denuncia ancora Fiori – a queste condizioni è difficile resistere ancora”. È anche la preoccupazione dei lavoratori.
“Sinora Movistrade ha rispettato le scadenze – dicono gli operai – ma se non prenderà quanto gli è dovuto sarà dura”. “Quest’opera va completata anche per ragioni di sicurezza”, sottolinea il sindaco di Ardara, Francesco Dui. “A pochi giorni dall’ultima morte, è sempre più evidente”, dice. “Chiediamo la nomina del commissario e che si acceleri – conclude – il commissariamento non può essere gestito dall’Anas, ma dalla Regione”. Per il sindaco di Ozieri, Marco Murgia, sul cui territorio ricade quasi per intero il lotto 2, “preoccupa che questa strada non finisca mai e che falliscano le imprese sarde, vittime di un gioco al massacro prodotto dalle scelte di Anas”. Murgia annuncia che “nei prossimi giorni si leverà la protesta congiunta dei consigli comunali di tutto il territorio”. “È una situazione drammatica – osserva Giovanni Matta, segretario regionale Filca Cisl – Occorre garantire continuità del lavoro”. Stefano Simula della Fillea Cgil si dice “preoccupatissimo per cittadini, imprese e lavoratori”.