Cagliari è profondamente attratta dall’arte che è prodotta e determinata dall’altrove, l’attrazione muove dall’estraneità di Cagliari all’arte come processo ambientale e produttivo d’autodeterminazione artistica e identitaria.
Nello stesso tempo, l’origine della cultura nuragica isolana è costituito da una profonda relazione con l’arte e i suoi processi di relazione con l’ambiente, questa naturalezza e simbiosi tra arte e vita appartiene al Cagliaritano e al sardo più di qualsiasi altra cosa. Per questo ritengo che l’Accademia di Belle Arti di Cagliari con Paolo Truzzu sia possibile, possibile perché lo vuole il mercato, perché muoversi verso l’innovazione e la competenza tecnologica non vuole dire andare contro natura, ma coniugare l’aspetto creativo dell’umano alla propria natura.
L’omologazione e la globalizzazione del mercato (anche quello turistico) non può che fare altro che lavorare in maniera congiunta per una Cagliari che sappia autodeterminare la propria produzione artistica, una Cagliari che con i suoi giovani artisti in formazione e i suoi Maestri da porre a sistema della memoria della propria storia dell’arte, sappia relazionarsi con l’alterità con pari dignità.
L’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino