E’ nota per essere la patria dei cuochi e per aver dato i natali nel XVI secolo a san Francesco Caracciolo, considerato il patrono dei cuochi. Ma da qualche giorno Villa S. Maria, in provincia di Chieti, poco più di 1.300 abitanti, è al centro dell’attenzione per una incisione nel costone roccioso che sovrasta l’abitato, un ‘Dux’ che risale agli anni Quaranta e che è tornata alla luce nell’ambito di un intervento che l’amministrazione comunale guidata dal riconfermato sindaco Giuseppe Finamore, che si definisce un moderato di centro, sta portando avanti dal 2015 con fondi comunali e una spesa complessiva di 50mila euro per realizzare proprio su quel costone, percorsi di arrampicata.
Il caso è finito in una interrogazione presentata dal deputato abruzzese del Pd Camillo D’Alessandro. “Quella incisione è sempre stata lì, a fine anni ’90 era stata coperta dalla polvere dei lavori di messa in sicurezza del costone, costati 3 miliardi e mezzo di lire, ma le piogge acide l’avevano già in parte ripulita”, dice all’ANSA il sindaco di Villa S. Maria Giuseppe Finamore che aggiunge: “Noi abbiamo un progetto di valorizzazione turistica per realizzare 52 vie di risalita per arrampicata su quella parete: dovevano essere ripuliti i cespugli, i rami ed è stata ripulita anche la scritta. Io non ho nessuna intenzione di ricoprirla, è sempre stata là, noi siamo cresciuti con quella scritta che non inneggia a niente, è una scritta che c’era, e se serve da attrattiva per far venire gente nel mio paese va benissimo. La nostra volontà – conclude il sindaco – è la sicurezza dei cittadini e cercare di utilizzare questa parete con una programmazione turistica per fare venire rocciatori, il mio interesse è portare gente a Villa S. Maria, devo cercare di far vivere un paese che è nelle zone interne e dal mio punto di vista è svantaggiato. Se l’on. D’Alessandro fa l’interrogazione va bene, perché comunque fa parlare di questo percorso turistico che io sono intenzionato a realizzare: è un mio vecchio pallino, e andrà avanti fino al 2023, fino a quando sarò sindaco”.
D’Alessandro dal canto suo è intervenuto con una interrogazione con cui chiede al ministro dell’Interno Matteo Salvini di intervenire per rimuovere “uno dei simboli fascisti inneggianti a Benito Mussolini, quale scelta consapevole di un paese democratico che non ammette il riemergere di simboli appartenenti ad un passato che non hanno nulla di storico, né meritano di essere rievocati, da giustificare la scelta dell’amministrazione comunale di Villa S. Maria”. “Quello che ci lascia sbigottiti – scrivono da Villa S. Maria Francesco Scirocchi a la sua famiglia – è la recrudescenza disinibita e senza remore, in barba alla legge Scelba e alla memoria storica, degli effetti che il fascismo ebbe sull’Italia e sugli Italiani”.