“Sono molto soddisfatto dell’accoglimento in aula dell’ordine del giorno in cui come Lega abbiamo invitato il Governo a stringere le maglie dei controlli nei confronti di chi gira per le nostre strade con il volto coperto”. A scriverlo in una nota è il deputato della Lega Eugenio Zoffili, che è anche coordinatore del partito nell’isola.

Il riferimento è all’ordine del giorno legato al decreto sicurezza bis, che impegna il Governo a “valutare l’opportunità di vietare o limitare in luogo pubblico o nel corso di manifestazioni pubbliche, l’utilizzo di indumenti o accessori di qualsiasi tipo” che comportano l’occultamento del volto. Il documento è stato riformulato, eliminando la parte in cui si citavano anche vestiti o accessori “di origine etnica e culturale”, perché aveva suscitato polemiche su un eventuale riferimento a maschere o scialli usati durante feste tradizionali.

“Non si tratta solo di una questione di ovvio buon senso per garantire la sicurezza dei cittadini – ha aggiunto Zoffili – pensiamo soprattutto a contesti sensibili come aeroporti, stazioni, scuole e ospedali, ma soprattutto di riaffermare alcuni principi che da secoli rappresentano i cardini della nostra civiltà”.

Sull’ordine del giorno “anti-burqua” i leghisti sardi fanno quadrato attorno al coordinatore del partito in Sardegna, il deputato Eugenio Zoffili. “La disperazione politica del Pd è imbarazzante: l’accusa di voler cancellare le tradizioni sarde, attraverso il divieto di indossare maschere o scialli tipici, è semplicemente ridicola”, interviene il consigliere regionale e presidente della commissione Autonomia Pierluigi Saiu, replicando sulla polemica alimentata dalla parlamentare dem Romina Mura.

“Nessuna persona di buon senso potrebbe credere a una cosa del genere – aggiunge Saiu – nell’ordine del giorno che viene contestato non c’è nessun divieto in questo senso. E’ il solito tentativo di inquinare il dibattito politico. Tentativo che però, alla fine, si ritorce contro i suoi stessi autori”.