Scuola finita, ma mamme e papà ancora al lavoro. E allora ai bambini ci pensano i nonni: anche in estate, per più di un sardo su due (56%), di fronte ai tanti impegni e alle incombenze della vita quotidiana, quella è la soluzione migliore e più affidabile. È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare. I nonni di oggi, secondo un sondaggio effettuato nell’Isola, rispetto al passato sempre più attivi e moderni: hanno maggiore dimestichezza con la tecnologia (42%), godono di buone condizioni di salute (34%) e hanno un buon livello di istruzione (34%).
Inoltre, vivono la terza età come una seconda giovinezza: sono più propensi a concedersi svaghi e piccoli piaceri (47%), come cene, viaggi e uscite culturali e non rinunciano all’attenzione a loro stessi e al loro benessere (10%). Ma in che cosa consiste, soprattutto, il sostegno che i nonni danno alla famiglia? In primo luogo, nella cura dei nipoti (44%), badando a loro quando i genitori sono impegnati al lavoro. Per una quota analoga, inoltre, sono anche un’importante, e molte volte indispensabile, fonte di sostegno economico che integra il reddito familiare: per quasi un sardo su tre (27%), infatti, le nuove generazioni di genitori si trovano in una condizione economica e sociale molto più difficile di quelle che le hanno precedute.
I nonni poi si occupano spesso anche della gestione della casa e del disbrigo di mansioni e commissioni che non potrebbero essere portate avanti in altro modo (11%). Le difficoltà dei nonni? In primis l’innalzamento dell’età pensionabile (32%), che riduce la disponibilità di tempo ed energie da dedicare alla famiglia, seguito dalle minori risorse economiche a disposizione (27%). A incidere sono anche fattori come la lontananza da figli e nipoti (19%), magari trasferiti altrove per motivi di lavoro, e la presenza di nonni single o con nuovi partner (14%).