L’annuncio è stato dato oggi dalla sua squadra, la UAE Team Emirates, nel contesto dell’ufficializzazione della formazione che parteciperà al Tour de France, prestigiosa competizione ciclistica europea.
Il Cavaliere dei 4 mori ha così commentato il suo rientro sulle due ruote: “Dopo mesi di assenza dalle corse, ho avuto modo di riassaporare il gusto della gara, di mettere fatica nelle gambe e di testare la mia condizione. I riscontri sul mio recupero sono stati incoraggianti, ho avvertito buone sensazioni che hanno portato alla mia convocazione per il Tour de France. Ho affrontato queste ultime prove con serenità, la stessa serenità con la quale mi appresto a misurarmi con l’appuntamento del Tour de France: non sarò in Francia con l’assillo della classifica generale, la Grande Boucle potrà essere per me un punto per aprire un nuovo capitolo della mia stagione. Mi aspetto che le mie prestazioni migliorino tappa dopo tappa, lotterò per arrivare a essere competitivo così da poter essere un elemento di valore per gli obiettivi della squadra e per coltivare il sogno di un successo di tappa”.
Nato in Sardegna nel 1990, Fabio diventa professionista dal 2012.
Nella sua carriera ciclistica ha vinto la Vuelta a España 2015, una tappa al Tour de France, tre tappe al Giro d’Italia e due alla Vuelta a España e il titolo nazionale nel 2017.
È il primo sardo ad aver indossato la maglia rosa, la gialla del Tour e la rossa della Vuelta.
A causa di un infortunio al ginocchio nel 2017 è costretto a saltare il Giro d’Italia, che per il centenario partì proprio dalla sua isola.
Nel 2018, partecipa all’edizione 101 del Giro d’Italia con l’ambizione di lottare per la vittoria, ma la sua forma fisica non glielo permette, Fabio si trova spesso in difficoltà nei finali delle tappe più impegnative. Dopo essere anche stato penalizzato dalla giuria nel corso della cronometro prevista per la 16esima tappa poiché accusato di avere usufruito della scia di una moto, si ritira nel corso della 19esima tappa, quella che da Venaria Reale arrivava a Bardonecchia.
di Francesca Melis